Prevenzione e governo degli incendi boschivi nei Parchi Nazionali: il caso di Villetta Barrea nel Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise
La scorsa estate è divampata nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM) una polemica su un intervento selvicolturale di prevenzione nei confronti degli incendi forestali nella pineta di Villetta Barrea (link all’articolo dalla rivista Sherwood).
L’intervento, suddiviso in due progetti esecutivi, è stato redatto dal Parco nell’ambito di un bando del Ministero della Transizione Ecologica (MITE, oggi denominato MASE Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) dal titolo “Programma di Interventi Parchi per il Clima” finalizzato alla realizzazione di progetti di gestione forestale sostenibile e di innovazione tecnologica per il supporto alla prevenzione e al governo degli incendi boschivi nei Parchi Nazionali.
Il Programma si è reso necessario perché negli ultimi anni diversi Parchi Nazionali del centro-sud (PN del Vesuvio, della Maiella, del Gran Sasso e Monti della Laga, del Gargano, dell’Aspromonte e del Cilento) sono stati interessati da incendi di grande estensione e severità rendendo evidente l’elevata esposizione e fragilità di questi territori ai cambiamenti climatici ed ai loro impatti.
In seguito alle polemiche il PNALM ha quindi consultato diversi esperti di ecologia e di incendi al fine di avere un parere sulla opportunità di predisporre un progetto di prevenzione nei confronti degli incendi, sugli obiettivi dei progetti e sui loro contenuti tecnici. Tra questi esperti il PNALM ha individuato la SISEF a cui ha richiesto “una valutazione dei progetti rispetto agli obiettivi finalizzati alla riduzione del rischio di incendi boschivi in una realtà estremamente antropizzata, fermo restando l’obiettivo di assicurare il mantenimento dell’attuale struttura e conservare il bosco di pino nero di Villetta Barrea”.
Secondo il gruppo di esperti SISEF dall’analisi dei progetti selvicolturali risultano condivisibili gli obiettivi di:
- a) ridurre la quantità e continuità dei combustibili di chioma per mitigare la severità di un incendio potenziale a tutela del bosco da seme e della sua funzione di protezione diretta;
- b) ridurre l’infiammabilità del comprensorio boschivo al fine di rendere più efficaci e sicure le attività di lotta attiva degli operatori lungo la viabilità e l’interfaccia.
Le scelte tecniche operate dal progetto e l’intensità dell’intervento sono prudenti ma giustificate dalla destinazione dell’area, dalla grande variabilità di portatori di interesse e dalla necessità di operare attraverso interventi successivi in modo da applicare una gestione adattativa a nuove condizioni di uso del suolo e di cambiamento climatico.
La SISEF auspica quindi che l’iter di approvazione e la realizzazione degli interventi preventivi progettati venga completato nel più breve tempo possibile al fine di evitare ulteriori ritardi di fronte a un rischio concreto e imminente, in modo che il PNALM possa adempiere alle attività di protezione della pineta e di incolumità della popolazione. Allo stesso modo si auspica che a questo primo intervento ne seguano altri al fine di completare gli obiettivi previsti su tutta l’area e modulare in senso adattativo tecniche ed intensità di interventi.
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Info Autori
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), Università di Torino
Dipartimento di Bioscienze e Territorio (DiBT)
Università del Molise, Pesche, IS
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA),
Università degli Studi di Torino, Grugliasco (TO),
Presidente SISEF