Effetti del clima e della stagionalità sul cancro del castagno

cancro del castagno

Accorgimenti gestionali per mitigare l’infezione da Cryphonectria parasitica, il fungo patogeno responsabile del cancro corticale del castagno

Il progetto INTERREG MONGEFITOFOR (Linee Guida per il monitoraggio e la gestione delle emergenze fitosanitarie nelle foreste delle Alpi centro-occidentali) sta evidenziando l’importanza del monitoraggio delle emergenze fitosanitarie nelle foreste delle Alpi centro-occidentali per attuare strategie di gestione forestale sostenibile.

Una delle specie forestali considerate dal progetto MONGEFITOFOR è il castagno, tra le cui principali avversità si annovera il fungo patogeno Cryphonectria parasitica (Murrill) responsabile del cancro corticale, una malattia spesso letale. Le spore del patogeno infettano l’ospite penetrando attraverso ferite di origine naturale (es. lesioni da grandine) o antropica (es. abrasioni conseguenti alle utilizzazioni forestali, tagli conseguenti ad operazioni di potatura o innesto). Il rischio di infezione aumenta con la quantità di spore prodotte dal fungo, che può essere influenzata da diversi fattori ambientali, tra cui il clima e la stagionalità.

Un recente studio (Lione et al. 2022) ha dimostrato che, se nel corso di una settimana aumenta il numero di giorni con piogge comprese tra 1 e 10 mm/giorno, al termine della settimana la quantità di spore prodotte dal patogeno, e quindi il rischio di infezione, aumentano significativamente. Lo stesso studio ha evidenziato che la produzione di spore raggiunge i picchi massimi in primavera ed autunno, mentre si riduce in estate e inverno, nonostante il fungo si mantenga in attività per l’intero arco dell’anno.

In castagneti dell’Italia Nord Occidentale sono stati condotti campionamenti ogni tre settimane per due anni, utilizzando “trappole captaspore” e analizzando il numero di spore catturate dalle trappole grazie ad un metodo basato sulla quantificazione del DNA (saggio in Real Time PCR). I dati sono stati poi correlati alle variabili climatiche misurate da centraline meteorologiche.

I risultati ottenuti indicano che alcune pratiche gestionali potrebbero essere idonee a contenere il cancro del castagno, tanto in bosco ceduo quanto in castagneto da frutto. Ad esempio, se possibile, si consiglia di eseguire le operazioni che comportano ferite a carico dell’albero, come potature o sfoltimenti, quando il rischio di infezione è minore, ossia in estate/inverno, e quando non si siano verificati per almeno una settimana giorni con piogge comprese tra 1 e 10 mm.

Questo studio è stato in parte realizzato grazie al progetto INTERREG MONGEFITOFOR (Linee Guida per il monitoraggio e la gestione delle emergenze fitosanitarie nelle foreste delle Alpi centro-occidentali) – Programma di Cooperazione Territoriale INTERREG V-A Italia-Svizzera 2014/2020. . Il progetto ha permesso di monitorare alcune tra le principali avversità del castagno, del frassino maggiore, e del pino silvestre nei settori alpini compresi tra Valle d’Aosta e Svizzera, tra cui funghi fitopatogeni, insetti nocivi, e l’effetto dei cambiamenti climatici.

Info Autori

Silvia Ongaro
Consulente @ Corpo forestale della Valle d'Aosta, Ufficio monitoraggio fitosanitario | Altri Posts
Guglielmo Lione
Ricercatore in Patologia forestale @ Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, Università di Torino | Altri Posts
Paolo Gonthier
Professore di Patologia forestale @ Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, Università di Torino | Altri Posts
Ivan Rollet
Regione Autonoma Valle d'Aosta, Assessorato agricoltura e risorse naturali, Corpo forestale della Valle d'Aosta, Ufficio monitoraggio fitosanitario | Altri Posts

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