Come reagisce ai cambiamenti climatici la processionaria del pino?
La processionaria risponde al riscaldamento globale. Uno studio INTERREG V–A Italia Svizzera 2014–2020 ci spiega in che modo.
Un post a settimana per accompagnarvi nel mondo della ricerca scientifica forestale.
La processionaria risponde al riscaldamento globale. Uno studio INTERREG V–A Italia Svizzera 2014–2020 ci spiega in che modo.
Secondo un recente studio svolto dai ricercatori delle maggiori università italiane una gestione del territorio agro-silvo-pastorale indiretta aiuterebbe a prevenire gli incendi. Ne parliamo in questa #pilloladiscienzeforestali
Tornano le pillole di scienze forestali con lo studio INTERREG MONGETIFOR il quale evidenzia come alcune pratiche gestionali possano contenere il cancro del castagno.
La parola resilienza è sicuramente tra i termini più usati (e abusati) di questo periodo. Il concetto di resilienza è legato alla ripresa dopo un evento negativo. Rispetto alla semplice resistenza, dunque, qualcosa di più dinamico, attivo. Il termine resilienza in ecologia ha un significato ben...
Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione tecnologica e ad una maggiore sensibilità ambientale, l’importanza del legno sta crescendo anche in settori meno conosciuti. È il caso, ad esempio, dell’industria chimica dove la biomassa lignocellulosica, derivante anche da residui forestali, sta sviluppando un enorme potenziale di sostituzione dei composti di...
La processionaria del pino, (Thaumetopoea pityocampa), è un importante defogliatore che attacca varie specie di conifere, in particolare pino nero e pino silvestre. Il danno è causato dall’attività trofica delle larve con conseguenze negative sugli accrescimenti, che indebolendo le piante le rendono più vulnerabili ad attacchi...
Le brughiere a mirtillo dell’Appennino Toscano rappresentano la formazione più estesa al di sopra del limite superiore della vegetazione arborea, sebbene la loro distribuzione sia stata modificata dall’azione dall’uomo nel corso dei secoli (Ronchieri, 1997). I vaccinieti costituiscono uno degli ambienti di maggior valore ecologico e...
Il ceduo è una forma di gestione del bosco basata sulla capacità, tipica delle latifoglie, di produrre nuovi fusti (polloni) dalla ceppaia tagliata, noto già in età Romana e largamente diffuso in tutto il Mediterraneo. È possibile definire dei criteri che rendano meno soggettiva la valutazione...
I boschi vetusti costituiscono un patrimonio di inestimabile valore dal punto di vista ecologico ed ambientale in quanto assomigliano tantissimo alle foreste primordiali europee. Ricordano quindi quel paesaggio forestale naturale diffuso in tutta Italia ed Europa prima che l’uomo intervenisse pesantemente per rompere gli equilibri e...
Foto: Jason Blackeye La Commissione Europea ha recentemente presentato una vision a lungo termine per le zone rurali dell’UE, evidenziando alcune delle sfide e delle opportunità più promettenti e dedicando notevole attenzione al futuro delle aree forestali europee. Alla redazione del rapporto hanno contribuito le informazioni...
Il suolo rappresenta una risorsa non rinnovabile preziosissima, basti pensare che per la formazione di un solo 1 cm è necessario aspettare fino ad un secolo e per un profilo evoluto anche millenni. Inoltre, il suolo è il più grande “serbatoio” di carbonio dopo gli oceani,...
I diradamenti rappresentano per i boschi monoplani il principale strumento colturale per valorizzare principalmente le funzioni produttiva e protettiva. In un contesto sociale in cui il bosco ha assunto via via sempre più rilevanza sociale e culturale, la gestione forestale si trova a dover bilanciare gli...
Cosa fare dopo il passaggio del fuoco e come analizzare il processo di ricostruzione della foresta
La tempesta Vaia ha avuto e continua ad avere importanti implicazioni ecologiche e socio-economiche nelle aree più colpite, e non solo. Ma, quali sono stati gli effetti sul bilancio complessivo di carbonio delle foreste italiane? Un recente studio ha dimostrato che il sequestro di carbonio a...
foto: Felipe Werneck/Ibama via flickr I traffici internazionali e le attività illegali nel settore foresta-legno fruttano alla criminalità organizzata fino a 100 miliardi di euro ogni anno e rappresentano la seconda voce di “fatturato” dopo quello della droga che vanta il primato di 200 miliardi di...
Uno studio dimostra che entro i prossimi 20-30 anni la capacità di assorbimento del carbonio degli ecosistemi terrestri potrebbe essere a rischio, se non quasi dimezzarsi. Se non metteremo in atto misure di mitigazione e manterremo questi tassi di riscaldamento, potremmo superare la soglia di temperatura...
Le potenzialità del ceduo a turno breve come tecnica di fitorimedio, sono state originariamente testate in zone temperato-fredde dell’emisfero boreale, dove la tecnica è riuscita ad affermarsi anche al di fuori degli ambiti della ricerca. Più recenti sono invece le acquisizioni in ambito scientifico per gli ambienti mediterranei, in cui il campo applicativo della tecnica è potenzialmente molto elevato. Recenti ricerche condotte presso l’Università di Firenze, hanno evidenziato un elevato potenziale del pioppo e del salice che in virtù del loro elevato fabbisogno idrico, risultano particolarmente adatte per il trattamento di matrici liquide o solide ricche di acqua.
Considerando prioritaria la riduzione della dipendenza dal petrolio, e volendo cercare di mantenere gli stessi privilegi a cui ci siamo abituati negli ultimi decenni, risulta evidente che abbiamo bisogno di attingere ad altre risorse per ottenere materiali ed energia.
In questo contesto le bio-risorse sono in prima fila ed il legno in primissima perché, non solo già di per sé è un materiale altamente performante sia per l’edilizia che per l’industria del mobile, ma anche i suoi derivati incollati tra cui i pannelli di fibra, truciolari, compensati e il legno lamellare, sono esempi di materiali funzionali, economici e fortemente “green”. Studi recenti su tannini esotici hanno dimostrato che è possibile produrre materiali di altissimo valore tecnologico come adesivi, schiume isolanti e perfino aerogel, mostrando ottime performance pur mantenendo una connotazione naturale.
L’ozono è tossico per le piante solo quando viene assorbito dagli stomi durante i normali processi di scambi gassosi che regolano la fotosintesi e la traspirazione. L’assorbimento stomatico di O3 è stimato attraverso modelli che definiscono gli effetti dei fattori ambientali e della vegetazione sugli stomi. Utilizzando le foreste italiane come caso studio, è stato sviluppato un nuovo modello per quantificare gli impatti economici dell’O3 a livello nazionale.
Conoscere l’infiammabilità della vegetazione è fondamentale per la gestione degli incendi. La caratterizzazione dei combustibili consente di valutare il pericolo di incendio, di definire interventi selvicolturali di prevenzione e di simulare il comportamento del fuoco così come i suoi effetti sugli ecosistemi.