A supporto del governo degli incendi il primo dataset sui combustibili in Italia

Conoscere l’infiammabilità della vegetazione è fondamentale per la gestione degli incendi. La caratterizzazione dei combustibili consente di valutare il pericolo di incendio, di definire interventi selvicolturali di prevenzione e di simulare il comportamento del fuoco così come i suoi effetti sugli ecosistemi.

Un recente lavoro, dal titolo Harmonized dataset of surface fuels under Alpine, temperate and Mediterranean conditions in Italy. A synthesis supporting fire management, realizzato da un team di ricercatori italiani appartenenti al GdL Incendi Boschivi della SISEF  ha pubblicato e reso disponibile il primo database armonizzato di modelli di combustibile a livello nazionale.

I ricercatori hanno raccolto, in decenni di ricerca, dati sui diversi tipi di combustibile – la vegetazione, ma anche il suolo organico, la lettiera e la necromassa – realizzando campionamenti in 634 siti, dislocati in 13 regioni italiane rappresentative degli ambienti alpini, temperati e mediterranei. Per ogni punto di campionamento è stato calcolato il peso dei combustibili morti (lettiera e residui di vegetazione più grossolani) e del combustibile vivo (erbe, arbusti).

Distribuzione dei siti dei rilievi per la caratterizzazione del combustibile

Il risultato è un dataset che fornisce informazioni rispetto alle caratteristiche dei combustibili di superficie (lettiera indecomposta, lettiera, necromassa, erbe e arbusti) in 19 tipi di combustibile.

Per ogni tipo di combustibile viene riportata la quantità media di combustibile vivo e morto presente – suddiviso in classi di grandezza standard (0-6, 6-25 e 25-75 mm di diametro per i combustibili morti e 0-6 e 6-25 mm per   i combustibili vivi). Le classi di grandezza sono fondamentali per comprendere e prevedere il comportamento del fuoco; a parità di peso infatti, il combustibile di maggiori dimensioni (es. tronchi o grossi rami) è meno infiammabile del combustibile più sottile (rami piccoli, foglie etc.).

Questo risultato è il primo passo verso una mappatura dei tipi di combustibile su scala nazionale, essenziale per simulare in modo più accurato il comportamento e gli effetti del fuoco, o per stimare le emissioni di carbonio durante gli incendi.

Raffella Lovreglio e Davide Ascoli

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Dipartimento di Agraria, Università di Sassari

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Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), Università di Torino

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