Conseguenze a distanza della gestione forestale sul bilancio del carbonio

Ogni attività di gestione del territorio ha delle conseguenze non solo sull’area gestita, ma anche sui territori circostanti vicini e lontani. Gli effetti involontari su aree diverse da quella gestita sono indicati con il termine leakage – che letteralmente si riferisce ad un rubinetto che perde.

In gestione forestale, il vantaggio di un maggior stoccaggio di carbonio da parte di foreste a bassa intensità di prelievo può essere vanificato, parzialmente o completamente, da uno sfruttamento più intenso altrove, necessario al fine di soddisfare la domanda globale di legname.

In altre parole: la gestione forestale conservativa potrebbe avere effetti positivi sul bilancio del carbonio a scala locale ma non necessariamente a scala globale.

Come si fanno quindi a quantificare i leakage – e la loro controparte, cioè gli effetti involontariamente positivi, chiamati spillover?

Ricercatori italiani delle Università di Bologna e della Basilicata hanno partecipato a uno studio il cui obiettivo era identificare i fattori chiave che determinano l’intensità del leakage e dello spillover. Utilizzando un modello teorico di stoccaggio di carbonio nelle foreste gestite e nei loro prodotti in legno, gli studiosi hanno simulato gli effetti della gestione forestale conservativa, ipotizzando una produzione di legno costante da foreste locali e remote.

Il risultato è che leakage e spillover dipendono in modo cruciale dalla velocità di crescita degli alberi, dalla durata dei prodotti in legno e dai tassi di produzione e decomposizione della lettiera, sia nelle foreste locali che in quelle remote. In particolare, esistono soglie critiche per questi parametri oltre le quali gli effetti negativi delocalizzati sullo stoccaggio di carbonio superano gli effetti positivi locali della gestione conservativa.

Se la domanda di legno è costante, raccogliere meno legno nei boschi che stiamo gestendo vuol dire indurre una maggiore raccolta altrove e in questo modo più che una reale riduzione del prelievo otteniamo una sua delocalizzazione.

Se tra gli obbiettivi di una gestione forestale più conservativa c’è lo stoccaggio di carbonio, dobbiamo prendere necessariamente in considerazione le interdipendenze fra prelievi a scala locale e trasferimenti a scala globale del carbonio forestale. La gestione forestale può essere climaticamente razionale, ma solo se ponderata anche a scala globale.

Marco Borghetti

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SAFE - Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali
Università degli Studi della Basilicata

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