Approvati i nuovi livelli di riferimento per il monitoraggio dell’impatto climatico delle foreste

La Commissione Europea ha recentemente adottato i nuovi Forest Reference Level, i livelli di riferimento forestale che si applicheranno in ogni paese dell’UE tra il 2021 e il 2025.

I Forest Reference Level rappresentano gli scenari di riferimento per la contabilizzazione delle emissioni e degli assorbimenti di CO2 delle foreste e della loro gestione in Europa, così come stabilito dal Regolamento Comunitario LULUCF (Land Use, Land Use Change and Forestry) del 2018. Il Regolamento obbliga gli Stati membri dell’UE a garantire che le emissioni di gas serra derivanti dall’uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo o dalla selvicoltura siano compensate da un assorbimento equivalente di CO₂ dall’atmosfera, per non compromettere il raggiungimento degli obiettivi climatici del 2030.

Il Forest Reference Level è una previsione di quanta CO2 sarà assorbita nelle foreste e nei prodotti legnosi di ogni Stato membro nel periodo 2021-2025, mantenendo invariate le attuali modalità di gestione forestale (età e intensità dei tagli, modalità di rinnovazione della foresta, specie prelevate e modalità di utilizzo dei prodotti legnosi). In base a questa definizione, il Forest Reference Level mostra che nel periodo 2021-2025 la CO2 assorbita annualmente sarà il 18% in meno di quella del periodo “di riferimento” (2000-2009), principalmente a causa dell’invecchiamento delle foreste, che si avvicinano sempre più all’età “tipica” a cui vengono tagliate e rinnovate. Per l’Italia questa riduzione sarebbe del 7%.

È bene precisare che i FRL non stabiliscono come i paesi dell’UE debbano gestire le proprie foreste: rappresentano invece un riferimento quantitativo, stimato a livello nazionale da ciascuno Stato membro, per confrontare l’impatto che la gestione forestale avrà sul clima nei prossimi cinque anni.

Se un Paese apporterà modifiche alla propria gestione forestale, riducendo le emissioni o aumentando il carbonio immagazzinato delle foreste o all’uso del legno rispetto agli scenari incorporati nel suo livello di riferimento, accumulerà crediti di carbonio, che potranno compensare eventuali debiti risultanti da altri usi del suolo o dalle emissioni di altri settori come l’agricoltura, i trasporti o l’edilizia. Allo stesso modo eventuali debiti, derivanti ad esempio dalla combustione di più legna per produrre energia rispetto al livello di riferimento della foresta, dovranno essere compensati migliorando altri usi del suolo e riducendo le emissioni in altri settori, o ancora, scambiando crediti da altri paesi dell’UE.

Il Forest Reference Level per l’Italia, elaborato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, è di poco superiore a un assorbimento annuale di 19 milioni di tonnellate di CO2. Sarà con questo numero che dovranno confrontarsi le previsioni della Strategia Forestale Nazionale, che sarà pubblicata entro la fine del 2020, per riflettere sulle sinergie tra mitigazione del clima, potenziamento dell’uso del legno come materiale e combustibile rinnovabile, e mantenimento della resistenza e resilienza delle foreste nei confronti degli impatti della crisi climatica.

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