I crediti “truffa” di carbonio forestali rischiano di aggravare i cambiamenti climatici

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Tratto da The Conversation

All’inizio del 2023 il Guardian ha pubblicato un articolo che suggerisce che oltre il 90 % dei crediti di carbonio rilasciati a progetti di prevenzione della deforestazione nelle foreste pluviali è privo di valore. Questi crediti rappresentano essenzialmente una promessa di protezione futura per foreste e possono essere usati per compensare emissioni di gas serra prodotte altrove. Verra, il più grande certificatore di questi crediti di carbonio che gestisce un mercato dei miliardi di dollari, ha affermato che si trattava di crediti “assolutamente problematici”. Poco dopo, l’amministratore delegato di Verra si è dimesso dal suo incarico.

Le affermazioni contenute nell’articolo del Guardian, all’epoca non ancora sostanziate da peer review, sono state corroborate da un articolo scientifico pubblicato dalla rivista Science. L’articolo dimostra inequivocabilmente che molti progetti che hanno venduto crediti noti come REDD+ (riduzione delle emissioni dovute alla deforestazione e al degrado forestale) non sono effettivamente riusciti a ridurre la deforestazione.

Lo scopo primario dei progetti REDD+ è di prevenire la deforestazione, ad esempio finanziando gli agricoltori perché modifichino le loro pratiche colturali. Le emissioni di carbonio evitate rispetto a quelle che si sarebbero generate senza il progetto vengono quantificate come credito e vendute.

I crediti REDD+ sono ampiamente utilizzati per “compensare”, cioè  cancellare, le emissioni delle imprese (che possono utilizzarli per dichiarare che le loro operazioni sono neutre in termini di emissioni di carbonio) o dalle persone interessate a ridurre la loro impronta di carbonio. Ad esempio, se intendete volare da Roma a New York potreste prendere in considerazione l’acquisto di crediti REDD+ che promettono di conservare la foresta pluviale nel bacino del Congo (con benefici aggiuntivi per gli elefanti e i bonobo). La compensazione delle emissioni generate dal vostro volo andata e ritorno avrebbe un costo molto accessibile, circa 25 euro.

Tuttavia, se da un’analisi precedente è emerso che alcuni progetti REDD+ hanno contribuito a rallentare la deforestazione e il degrado forestale, il risultato principale del nuovo studio è che molti progetti hanno rallentato la deforestazione molto meno di quanto dichiarato e, di conseguenza, hanno promesso compensazione laddove non c’era. Il nostro volo A/R da New York non è dunque privo di colpe in termini di emissioni di carbonio.

La constatazione che molti crediti di carbonio REDD+ non abbiano garantito la conservazione delle foreste è estremamente preoccupante per chiunque si occupi del futuro delle foreste tropicali. Secondo Sven Wunder, economista forestale e coautore di un nuovo studio su questo argomento, “Per affrontare i cambiamenti climatici, occorre porre fine alla deforestazione tropicale. Ma le foreste sono importanti anche per altri motivi: la perdita di foreste comporterà la perdita di biodiversità e avrà conseguenze sugli scenari di precipitazioni regionali. Nonostante sia dimostrato che REDD+ non ha prodotto ulteriori misure di conservazione, non possiamo permetterci di rinunciare.”

La deforestazione potrebbe semplicemente spostarsi altrove

I crediti di carbonio devono affrontare anche altre sfide, una delle quali è il leakage o la delocalizzazione della deforestazione. Per esempio, le persone che stavano tagliando la foresta semplicemente si trasferiscono in un’area diversa. In sostanza, la domanda di cibo o legname che alimenta la deforestazione in un luogo può essere soddisfatta dalla deforestazione altrove, anche dall’altra parte del mondo. Bisognerebbe dunque garantire che le foreste fossero protette in modo complessivo , in modo che la riduzione della deforestazione rappresenti un vantaggio permanente per il carbonio nell’atmosfera.

Eleanor Warren-Thomas – Forests must be protected forever

Affrontare queste sfide è essenziale, perché la vendita di crediti di carbonio è un’importante fonte di finanziamento per la conservazione delle foreste. Non è esagerato affermare che crediti REDD+ inaffidabili minacciano direttamente le foreste.

Si tratta tuttavia di un settore di ricerca attivo, dove esistono approcci all’avanguardia. Andrew Balmford, professore di scienze della conservazione presso l’Università di Cambridge, sta sviluppando metodi solidi e trasparenti per migliorare la credibilità dei mercati del carbonio forestale. Egli afferma che il nuovo studio solleva alcune preoccupazioni importanti, e che l’applicazione di questi nuovi metodi è “una priorità urgente”.

È inoltre necessario modificare le modalità di funzionamento della certificazione. Attualmente i verificatori sono incentivati dal sistema a gonfiare le stime della quantità di deforestazione che si sarebbe verificata senza il progetto e, di conseguenza, il numero di crediti che possono essere concessi. Sven Wunder spiega: “Dobbiamo spingerci oltre l’interesse personale, verso una governance indipendente che utilizzi metodi scientificamente informati e all’avanguardia“.

Motivi di prudenza

Anche se alcuni di questi problemi possono essere risolti, vi sono ancora motivi per essere prudenti sul ruolo delle compensazioni delle emissioni di carbonio nella lotta ai cambiamenti climatici.

In primo luogo, vi è il rischio che la compensazione aumenti effettivamente le emissioni: le persone o le imprese potrebbero sentirsi più a loro agio o giustificate nell’emettere carbonio, se ritengono di poter eliminare qualsiasi danno acquistando semplicemente nuovi crediti. Per questo motivo, alcuni sostengono che le compensazioni debbano sempre essere una soluzione di ultima istanza, dopo aver ridotto tutte le emissioni non essenziali (il problema è ovviamente: chi decide quali emissioni sono essenziali?).

In secondo luogo, per mantenere il riscaldamento sotto i 2ºC sarà necessario porre fine alla maggior parte della deforestazione e ridurre notevolmente le emissioni di combustibili fossili. Esiste un limite entro il quale uno può essere utilizzato per bilanciare l’altro.

Kiki Dohmeier – REDD+ projects mustn’t harm local farmers

Infine, alcune compensazioni di carbonio forestali destano serie preoccupazioni sotto il profilo dell’equità. Se la conservazione delle foreste viene conseguita impedendo agli agricoltori dei paesi a basso reddito di usare terreni per l’agricoltura, REDD+ può aggravare la povertà: e dunque il nostro volo a lungo raggio andrebbe a scapito dei più svantaggiati.

Non sappiamo quanto costerebbe ottenere crediti di carbonio addizionali che evitino la localizzazione e garantiscano l’equità, ma potrebbe essere molto più costoso dei crediti forestali attualmente venduti. Del resto, un prezzo più elevato ridurrebbe la percezione che la compensazione sia un’opzione facile, incoraggiando una maggiore attenzione alla riduzione delle emissioni.

In estrema sintesi, tornando al volo A/R per New York, attualmente le prove del fatto che acquistare crediti di carbonio renda il nostro viaggio a emissioni zero sono molto scarse. Se vogliamo contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici, forse l’unica scelta efficace è quella di non prendere quel volo.


Tradotto da @gvacchiano con il supporto di Chat GPT

Testo originale in inglese: https://theconversation.com/worthless-forest-carbon-offsets-risk-exacerbating-climate-change-211862


Info Autori

Università degli Studi di Milano | Altri Posts

Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DISAA)
Università degli Studi di Milano

Giorgio Vacchiano

Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DISAA) Università degli Studi di Milano

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