Incendi estremi: principali cause e nuove strategie di gestione

Il 2020 segna il culmine di un decennio contraddistinto da record di temperatura, ondate di calore ed incendi catastrofici con intensità ed estensioni mai viste prima in Australia, Sud America, India, Siberia e nella costa occidentale degli Stati Uniti.

Favoriti da prolungati periodi di siccità e da un notevole accumulo di biomassa combustibile, molti di questi incendi sono stati caratterizzati da un comportamento estremo, con tragici bilanci in termini di vite umane perdute, feriti e danni complessivi elevati. La sola Australia in 5 mesi (da ottobre 2019 a febbraio 2020) ha visto in fiamme circa 13 milioni di ettari di territorio pari ad un’area vasta come la Grecia, 

Questi incendi sono definibili eventi estremi (in letteratura EWE Extreme Wildfire Event), termine che ben sintetizza valori parossistici di comportamento all’estremo della scala dei relativi valori. Per essi è stata recentemente proposta una definizione, che classifica come EWE eventi  piroconvettivi a comportamento erratico e imprevedibile, con formazione di pirocumulonembi (tipo di cumulonembo che si forma al di sopra di intense fonti di calore) derivanti dall’interazione tra incendio e atmosfera.

Sono incendi che superano la capacità di controllo, e sono caratterizzati da parametri di comportamento elevatissimi di intensità sul fronte (>10.000 kWm-1) e di velocità di propagazione (3 kmh-1) con insorgenza di fuochi secondari (spotting) ad oltre un km dal fronte e con e conseguente rilevante impatto socio economico e ambientale.

Contro questo tipo di incendi estremi qualsiasi modalità di estinzione con i mezzi di controllo attuali è inefficace e non sempre coronata da successo. Pertanto occorre qualcosa di diverso dalla risposta standard dell’intervento di estinzione, che risulta efficace solo contro incendi di intensità medio bassa (non superiore a 4-5.000 kWm-1). Non potendo controllare tali incendi, occorre evitare che essi si verifichino, agendo sulla sola componente realmente modificabile: la presenza di combustibile.

Un’impostazione diversa ed auspicata da innumerevoli lavori di ricerca è il paradigma della prevenzione, in cui la risposta di soppressione tempestiva delle fiamme è modificata ed integrata da un crescente peso delle attività di prevenzione, operanti sia sulla componente umana del territorio che su quella fisica. Ciò significa azioni mirate a:

  • Rafforzare la resilienza delle comunità direttamente esposte alla minaccia del fuoco.
  • Recuperare e rafforzare il sapere tradizionale di uso del fuoco, riconoscendo il ruolo positivo che esso può avere come mezzo di gestio­ne delle risorse naturali.  
  • Ridurre il carico di combustibile in tutto lo spazio potenzialmente in­teressato da eventuali incendi, coordinando le azioni che riducono il carico di combustibile (pascolo, diserbo, eliminazione di residui, arature, uso del fuoco come strumento di gestione, raccolta di biomassa a scopi energetici;  
  • Rafforzare la resilienza delle aree boscate, mediante interventi di selvicoltura preventiva (diradamenti, potature, decespugliamento localizzato, fuoco prescritto, pascolo, sostituzione di specie).

Questi punti sintetizzano il concetto di Fire Smart Territory, un modello concettuale innovativo e rivoluzionario di pianificazione a livello di territorio che tende ad aumentarne la resilienza com­plessiva e a rafforzarne la resistenza. Per la prevenzione degli incendi la scienza offre oramai possibili soluzioni e nuovi approcci nell’affrontare i grandi eventi estremi, ma affinché queste soluzioni si traducano in azioni concrete e diffuse servono maggiori sforzi per il trasferimento di queste conoscenze, soprattutto in termini di pianificazione territoriale a scala provinciale e regionale.

Raffaella Lovreglio e Vittorio Leone


Bibliografia essenziale

Tedim F., Leone V. Xanthopoulos G. 2016 A wildfire risk management concept based on a social-ecological approach in the European Union: Fire Smart Territory. International Journal of Disaster Risk Reduction 18 DOI:  10.1016/j.ijdrr.2016.06.005

F. Tedim, V. Leone, M. Amraoui, C. Bouillon, M. Coughlan, G. Delogu, P. Fernandes, C. Ferreira, S. McCaffrey, T. McGee, J. Parente, D. Paton, M. Pereira, L. Ribeiro, D. Viegas, G. Xanthopoulos, F. Tedim, V. Leone, M. Amraoui, C. Bouillon, M.R. Coughlan, G.M. Delogu, P.M. Fernandes, C. Ferreira, S. McCaffrey, T.K. McGee, J. Parente, D. Paton, M.G. Pereira, L.M. Ribeiro, D.X. Viegas, G. Xanthopoulos  Defining Extreme Wildfire Events: Difficulties, Challenges, and Impacts, Fire. 1 (2018) 9. doi:10.3390/fire1010009.

F. Tedim, V. Leone, M.R. Coughlan, C. Bouillon, G. Xanthopoulos, D. Royé, F.J.M. Correia, C. Ferreira, Extreme wildfire events: the definition. In: F. Tedim, V. Leone, T.K. McGee (Eds.), Extreme Wildfire Events and Disasters, 1st Edition, Elsevier, Oxford, 2020: pp. 3–30. https://www.elsevier.com/books/extreme-wildfire-events-anddisasters/tedim/978-0-12-815721-3.

Moreira  F., Ascoli  D., Safford  H. , Adams M.A., Moreno J.M.,  Pereira J.M., Catry F.X , Armesto J.,  Bond W.,  González  M.A., Curt T.,  Koutsias N., McCaw L., Price O.,  Pausas J.G., Rigolot  E., Stephens S. , Tavsanoglu  C., Vallejo V.R., Van Wilgen B.W., Xanthopoulos  G.  and Fernandes P.M.  2020 Wildfire management in Mediterranean-type regions: paradigm change needed. Environ. Res. Lett. 15 (2020) 011001 https://doi.org/10.1088/1748-9326/ab541e

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Dipartimento di Agraria, Università di Sassari

Vittorio Leone
Università della Basilicata- Commissione Nazionale Grandi Rischi ( Settore Incendi boschivi ) Dipartimento della Protezione Civile | Altri Posts

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