Qual’è lo stato di conservazione delle foreste primarie e vetuste in Europa?

Le foreste primarie sono foreste che non presentano segni di passata antropizzazione e dove i processi dinamici in atto non sono influenzati o condizionati dall’uomo. Le foreste vetuste (old-growth forests) sono quelle che non sono state interessate da disturbi di forte magnitudo (stand replacing disturbances) da un lungo periodo di tempo durante il quale i processi dinamici in atto non sono stati influenzati dall’uomo. Non sempre le foreste primarie sono vetuste e viceversa ma tutte queste foreste hanno un valore ecologico immenso per la biodiversità che ospitano e per il ruolo culturale e scientifico che svolgono.

In Europa millenni di capillare uso del suolo da parte dell’uomo hanno trasformato i paesaggi naturali in paesaggi culturali dove le foreste primarie e le foreste vetuste sono confinate in lembi ridotti di territorio, come in Europa settentrionale o orientale, o sono quasi completamente scomparse come in Europa centro-meridionale. 

Un recente studio ha analizzato l’attuale stato di conservazione di queste foreste o, in assenza di queste, delle foreste che hanno alcune caratteristiche che le rendono simili alle foreste primarie o vetuste o dove, potenzialmente, queste caratteristiche possono essere ripristinate nel futuro.

La situazione non è omogenea nelle diverse aree geografiche, vaste zone del continente europeo sono quasi completamente prive di queste foreste. Lì dove le foreste primarie e vetuste sono ancora presenti, il livello generale di protezione è buono ma esistono ancora casi in cui non è stato raggiunto un livello di protezione adeguato ad assicurare la conservazione di queste foreste sul medio-lungo periodo ed ancora oggi alcuni lembi di foresta primaria o vetusta non hanno nessun tipo di protezione e continuano ad essere utilizzati (legalmente o illegalmente).

A livello continentale un aumento dell’1% delle aree protette, corrispondete ad un’area più o meno uguale a quella del Parco Nazionale del Gargano, sarebbe sufficiente per proteggere tutte le foreste primarie e vetuste, attuali e potenziali, che non hanno ancora un adeguato livello di protezione (localizzate soprattutto in Europa orientale) e che rappresentano per tutto il continente un valore inestimabile. Nello stesso tempo si propone, in accordo con la Biodiversity Strategy for 2030,  di incrementare in tutto il continente le foreste destinate a  Riserva integrale all’interno delle attuali aree protette per aumentare il livello di tutela dei popolamenti più significativi.

In copertina: foresta di Perućica (Bosnia ed Erzegovina, già studiata da Susmel, Korpel, Leibundgut, Mlinsek), una della foreste primarie di maggiore estensione dell’Europa centro-meridionale.

Info Autori

Università degli Studi di Torino | Altri Posts

Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA),
Università degli Studi di Torino, Grugliasco (TO),
Presidente SISEF

Renzo Motta

Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), Università degli Studi di Torino, Grugliasco (TO), Presidente SISEF

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