Chi e come si spengono gli incendi

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Tutti gli incendi boschivi prima o poi vengono spenti.

Può accadere che condizioni favorevoli consentano a una squadra aib di giungere tempestivamente e di effettuare una efficace e risolutiva attività di repressione limitando la superficie bruciata a qualche migliaio di metri quadri. Può invece verificarsi che situazioni negative, condizioni meteo predisponenti gli incendi, ritardi, errori di valutazione, facciano sì che l’incendio, in tempi più o meno brevi, si sviluppi in modo incontrollabile fino a portare l’evento a divenire un grande incendio boschivo con gravi distruzioni di aree boscate (anche a causa della continuità del combustibile, alle caratteristiche dello stesso, alle condizioni meteo, all’orografia, all’assenza delle vie di accesso…)

Queste situazioni si verificano sempre e possono portare a risultati e valutazioni diametralmente opposte sulla qualità ed efficacia dell’organizzazione antincendio e sulle scelte politiche e tecniche che ciascuna regione porrà in atto per il futuro. Non possiamo comunque attribuire al caso i risultati di una struttura aib e devono essere perseguite tutte le molteplici azioni volte a creare un’organizzazione efficiente, efficace e completa pur nella sua complessità. I piani regionali e locali devono essere idonei e tenere in conto di attività di prevenzione selvicolturale e infrastrutturale. Non solo, essi devono prevedere un’organizzazione puntuale sul territorio impiegando personale capace, formato e motivato supportato da idonei mezzi ed attrezzature per le attività di spegnimento. Il tutto deve essere regolamentato da puntuali Procedure Operative.

Le regioni in Italia, competenti per la lotta attiva agli incendi boschivi (L. 353/2000), con le proprie strutture di Protezione Civile e con le proprie agenzie forestali (o con gli enti delegati per la forestazione) si sono organizzate in modo diverso fra loro. In alcuni casi delegando parzialmente o totalmente la lotta attiva con specifiche convenzioni onerose con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, in altri casi privilegiando l’organizzazione regionale facendo affidamento sugli operai forestali ed sulle Associazioni di volontariato AIB. E’ innegabile comunque che per una funzionale organizzazione antincendi risulti indispensabile una completa conoscenza degli ambienti forestali, una specifica preparazione su tutte le diverse tematiche inerenti gli incendi boschivi e la possibilità di poter intervenire con la massima sollecitudine con risorse adeguate.

Posto di coordinamento AIB

Il coordinamento e la direzione di questa complessa organizzazione devono essere affidate ad una Sala Operativa (SOUP) che si assume tutte le responsabilità di decisioni da attuare con grande tempestività ed efficacia e a dei Direttori delle Operazioni di Spegnimento (DOS) altamente qualificati e capaci di valutare le situazioni e porre in atto tutte quelle azioni volte al raggiungimento degli obiettivi (ridurre i danni, operare in sicurezza, ottimizzare le risorse disponibili). Il DOS deve essere in grado di definire il Piano di Attacco, con l’obiettivo di realizzare tattiche e manovre finalizzate ad anticipare il comportamento dell’incendio:

  • effettuando un esame preliminare della situazione, individuando le caratteristiche ambientali (climatiche, vegetazionali, topografiche) che influiscono sull’incendio;
  • identificando il fattore principale di propagazione: incendio di vento, topografico, convettivo;
  • dividendo l’incendio in settori;
  • definendo l’allineamento delle forze (vento, pendenza, esposizione) per ciascun settore;
  • identificando i punti strategici: punti di cambio (punti critici, opportunità) e punti sensibili;
  • analizzando le previsioni di comportamento del fuoco (superfici potenziali, velocità di propagazione, finestre di attuazione);
  • definendo per ciascun settore la capacità di estinzione (dentro/fuori), in base al comportamento del fuoco e alle risorse a disposizione.

Il DOS deve essere certo di dirigere personale qualificato che è stato formato per recepire e porre in atto tutte le direttive da lui impartite, nel rispetto delle procedure regionali. La corretta gestione dei mezzi aerei deve essere una priorità del DOS che deve coordinarsi con i piloti al fine di rendere più efficace possibile la loro azione, evitando impieghi inadeguati e soprattutto non permettendo una attività aerea scollegata da un idoneo piano di attacco.

Negli ultimi anni, anche a causa di condizioni climatiche estreme, dell’aumento del combustibile, prioritariamente legato all’abbandono di aree montane ed agricole, e del conseguente aumento della superficie e della contiguità delle aree boscate, gli incendi stanno modificando il loro comportamento diventando più vasti e più intensi/veloci. La difficoltà di far fronte a questi fenomeni è aumentata in modo esponenziale e sempre più spesso si verificano “grandi incendi” nei quali anche l’intervento dei più potenti mezzi aerei non riesce ad ottenere risultati accettabili. In gergo tecnico si parla di “incendi fuori della capacità di estinzione”.

Attacco indiretto con controfuoco

In considerazione anche di questi aspetti l’organizzazione AIB si deve adeguare a queste nuove criticità che si incontrano nelle attività di spegnimento. Il DOS sempre più spesso deve avere a disposizione la cartografia della zona dell’evento, meglio se cartografia specifica operativa antincendio. Nei grandi eventi è auspicabili che si crei un sistema (Incident command system / coordinamento assisitito) in cui il DOS viene supportato in alcune attività particolarmente complesse quali altri DOS (ai quali vengono affidata la gestione di parti dell’incendio o collegamenti e gestione di mezzi aerei), un logista, responsabili di settore e possibilmente di un analista. Questa figura, abbastanza nuova nel panorama italiano, deve essere molto esperta, in grado di aiutare il DOS nella previsione dell’evoluzione dell’incendio, nell’individuazione dei punti sensibili, dei punti critici, delle opportunità, nell’aggiornare il perimetro indicativo dell’incendio, nel monitorare e valutare i dati meteo.

Il DOS deve più spesso prendere in considerazione la possibilità di effettuare strategia di lotta con l’uso del fuoco (controfuoco), non solo come ipotesi estrema per risolvere il problema in assenza di altre opportunità, ma come razionale tecnica, soprattutto in presenza di contemporaneità di eventi, per chiudere anche parti dell’evento in modo rapido, definitivo e poco costoso. Naturalmente per attuare la tecnica del controfuoco è necessaria approfondita formazione ed esperienza sia da parte del DOS che del personale che deve applicarlo. In alcune regioni (Sardegna e Toscana in particolare) sono state organizzate squadre di personale esperto proprio per l’attuazione del controfuoco ed altre regioni stanno iniziando questo percorso (GAUF – gruppi di analisi ed uso del fuoco).

E’ bene ricordare anche le grandi opportunità che si hanno nelle ore notturne per chiudere un evento. La notte spesso si hanno le migliori condizioni climatiche per far fonte ad incendi anche con caratteristiche complesse. Queste opportunità, pur tenendo sempre presenti gli aspetti della sicurezza, devono essere sfruttate dal DOS e dai suoi collaboratori con azioni risolutive. Erroneamente alcune regioni hanno previsto nelle proprie procedure operative il divieto di effettuare attività di spegnimento nelle ore notturne o addirittura l’obbligo di abbandonare la zona dell’incendio fino all’alba.

Come più volte ribadito, la conoscenza del territorio e degli ambienti forestali e rurali, la conoscenza di come si propaga il fuoco, lo studio delle condizioni meteo locali ed a larga scala, sono tutti indispensabili fattori che consentono di valutare e attuare idonee strategie di attacco da parte del DOS. Il Direttore delle Operazioni di Spegnimento deve pure prendere atto che talvolta, con determinate caratteristiche dell’incendio e con le risorse a disposizione, non è opportuno effettuare  l’attività di spegnimento, nelle zone dove l’incendio si propaga con maggiore intensità in quanto si avrebbero limitati o nulli risultati e non si opererebbe in sicurezza.  In questi casi è meglio fare operare personale e mezzi a disposizione in parti dell’incendio più semplici dove possono essere previsti risultati positivi ed attendere che si verifichino condizioni più favorevoli per interventi risolutivi nelle parti dell’incendio dove prima era impossibile intervenire. 

Operazioni di bonifica e messa in sicurezza

Info Autori

Luca Tonarelli
Dottore Forestale e Dottore in Attività di Protezione Civile | Altri Posts

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