Reti di monitoraggio e lotta ai cambiamenti climatici

cop26 - reti di monitoraggio

“Le foreste ci aiutano a contrastare la crisi climatica”: è ormai noto il ruolo delle foreste nel fornire servizi fondamentali per il benessere e lo sviluppo economico e sociale, tra cui la rimozione dell’anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera attraverso la fotosintesi. Ma da dove provengono i dati che ci permettono di sapere quanto e come le foreste possono aiutarci? Tra gli strumenti che consentono alla comunità scientifica di quantificare la CO2 assorbita dalle foreste e quanto i cambiamenti climatici possano mettere a rischio questo processo, ci sono le reti di ricerca e monitoraggio degli ecosistemi. Una rete, o network, di monitoraggio è un insieme di siti di misura che consente di raccogliere, su un lungo periodo di tempo (decine di anni), molteplici informazioni sui processi ecologici di un ecosistema. Ogni stazione di un network può ospitare strumentazione specifica, applicare protocolli di misura condivisi e coinvolgere ricercatori di diverse discipline. Una delle informazioni più utili in questo contesto è proprio lo scambio di gas che avviene tra la vegetazione e l’atmosfera e che ci consente di quantificare quanta CO2 viene rimossa dall’atmosfera annualmente dalle single foreste studiate e quali siano i fattori ecologici e climatici che regolano questo assorbimento. Inoltre, i siti costituiscono anche punti di verità a terra per i prodotti satellitari, mentre i dati raccolti consentono di parametrizzare e validare i modelli di simulazione. Satelliti e modelli consentono di ampliare la scala spaziale e temporale delle stime dei processi forestali.

FLUXNET , ad esempio, è una rete globale che comprende più di 400 siti che utilizzano misure micrometeorologiche (eddy covariance) per quantificare gli scambi di CO2, H2O ed energia tra biosfera e atmosfera. Tra i network regionali troviamo ICOS, un’infrastruttura di ricerca europea che, con il coinvolgimento di centinaia di scienziati e ricercatori, ha l’obiettivo di fornire dati accessibili e di alta qualità per monitorare le emissioni e gli assorbimenti di gas serra. Le stazioni appartenenti ad ICOS Italia sono 17, di cui 10 su ecosistemi caratteristici del territorio italiano. eLTER è invece la rete europea per la ricerca ecologica di lungo termine, che utilizza un approccio multidisciplinare per lo studio di numerosi ecosistemi. In particolare, LTER-Italia comprende quasi 80 siti di ricerca, organizzati in 25 macrositi, tra i quali anche foreste d’alta quota, appenniniche, mediterranee e planiziali.

Mappa dei siti appartenenti alla rete di monitoraggio globale FLUXNET (Fonte: https://fluxnet.org/)

Nel contesto del monitoraggio dei gas serra, i network potranno quindi fornire un supporto per valutare lo stato degli ecosistemi ed anche i progressi dei Paesi verso il raggiungimento degli obiettivi climatici globali.  Ulteriori informazioni sulle reti citate, la tipologia di ecosistemi indagati e l’accesso ai dati, si possono trovare ai link sopraindicati.

Per approfondire le conoscenze sul ruolo di ICOS, si segnala l’evento dal titolo “Dopo COP26. Scienza, sfide e prospettive per il monitoraggio dei gas a effetto serra (https://www.icos-italy.it/2021/10/save-the-date-23-novembre-ore-1000-webinar-icos/), in programma il 23 novembre prossimo.

Info Autori

Marta Galvagno
Environmental Protection Agency of Aosta Valley (ARPA VdA) | Altri Posts
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Istituto per la BioEconomia (IBE)
Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
vice-Presidente SISEF

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