Una bio-vernice di nuova concezione a partire dai residui dell’industria del legno

Si sente parlare spesso di bioeconomia ed economia circolare, questi termini che potrebbero suonare come qualcosa di astratto rappresentano realtà sempre più vicine e concrete. In quest’ottica, il recente lavoro di un team di ricerca italiano descrive la possibilità di utilizzo della lignina, ridotta in nanoparticelle, come capsula per il rilascio controllato di sostanza chimiche utili alla conservazione dei prodotti in legno. 

I ricercatori hanno prodotto delle nano-sfere di lignina a partire dalla segatura di faggio prodotta come residuo dalla lavorazione industriale del legno, per poi inserire al loro interno particolari oli essenziali con effetto antisettico: la cinnammaldeide (tipica della cannella e della canfora), il timolo ed il carvacrolo (tipici della pianta di timo). Questi composti, normalmente presenti nelle piante, hanno un’azione biocida e sono quindi in grado di limitare il degrado dei materiali attaccati da microrganismi.

I migliori risultati sono stati ottenuti con il timolo, che meglio degli altri, si è lasciato intrappolare all’interno delle nano-sfere di lignina per poi essere rilasciato gradualmente a contatto con l’acqua.

La ricerca rappresenta un primo contributo importante per la formulazione di una bio-vernice; si tratterebbe di un coating sostenibile e profumato che può essere applicato allo stesso materiale da cui proviene, conferendogli una resistenza maggiore al degrado da microrganismi ed agenti atmosferici.

È un buon esempio di applicazione del concetto di economia circolare: gli scarti dell’industria del legno attraversano una nuova vita e valorizzano i prodotti finali della stessa filiera.

Manuela Romagnoli

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Manuela Romagnoli
Università degli Studi della Tuscia, Viterbo | Website | Altri Posts

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