Costruire in legno

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Da ormai più di un decennio insegno un corso all’Università di Padova denominato “Timber Structures”. La prima lezione la comincio sempre dicendo “in questo corso imparerete i rudimenti della progettazione strutturale di un materiale innovativo: il legno”, affermazione che suona alquanto strana ai miei studenti. E forse anche a chi leggerà questo breve articolo.

Mi spiego meglio.

Il legno insieme alla roccia, è il materiale da costruzione più diffuso sulla terra, immediatamente utilizzabile allo stato naturale e per questo usato fin dalla preistoria (come si è parlato in occasione di “È esistita un’Età del Legno?”). Dal momento in cui l’uomo ha imparato a manipolare il legno, la versatilità di questo materiale è diventato un pilastro, fondamentale per l’evoluzione della nostra civiltà. Nel corso dei secoli, l’abilità di costruire con il legno è stata tramandata di generazione in generazione, arricchita da nuove tecniche, materiali e idee.

Eppure nonostante questo la progettazione e costruzione di strutture in legno è un’arte moderna.

Come mai? Ecco i principali motivi.

Prima di tutto, perché l’uso del legno massiccio utilizzato e manipolato dall’uomo è sempre meno frequente, essendo stato soppiantato nella maggior parte dei casi da materiali “derivati dal legno”, con migliori prestazioni perché selezionati ed ingegnerizzati. Si pensi alle applicazioni del Cross-Lam, pannelli bi-dimensionali di legno composti da strati di tavole incrociate ed incollate come nel caso di questa scuola a San Martino di Lupari (PD) FIG 1, tecnologia risalente agli anni ’90. La sua introduzione ha radicalmente cambiato l’approccio progettuale e costruttivo, aprendo a possibilità applicative prima impensabili. Oggi, a soli 30 anni dalla sua apparizione, il CLT è il materiale legnoso più diffusamente usato per la realizzazione di qualsiasi elemento strutturale.

Nuova scuola a San Martino di Lupari (PD). Pareti in Cross-Lam e orizzontamenti in Glue-Lam. Progettazione architettonica e DL: Settanta7 Group. Progettazione strutturale: Tre Erre Ingegneria Srl. Realizzazione: Maroso Ivo Enzo Srl e Vivere il Legno Srl.

Oltre all’evoluzione dei prodotti a base di legno, la tecnologia ha compiuto passi da gigante anche nell’assemblaggio delle componenti strutturali in legno. Le connessioni ad incastro geometrico – i giunti di carpenteria -, i legacci e i chiodi, che per secoli sono stati gli unici modi per assemblare le strutture in legno, sono stati completamente soppiantati da connessioni metalliche innovative e dagli “incollaggi” strutturali. Questo ha portato all’introduzione di nuovi approcci, studi di progetto e verifica delle connessioni.

L’evoluzione dei software di disegno, di modellazione strutturale e delle macchine a controllo numerico per il taglio e la lavorazione del legno si sono anch’esse evolute, permettendo la realizzazione di strutture sempre più ardite e quindi più ardue da progettare. Anche le teorie di progettazione strutturale e l’introduzione dei moderni criteri di progettazione anti-sismica si sono evolute nel tempo, e hanno reso la progettazione sempre più sicura.

Infine, per molti anni, soprattutto in Italia, abbiamo relegato il legno alla realizzazione di strutture secondarie o per parti limitate degli edifici, interrompendo così la catena di trasmissione generazionale del corretto uso del materiale e disperdendo il bagaglio di conoscenza accumulato nei secoli.

La leggerezza, resistenza e flessibilità del legno lo rendono ideale per una vasta gamma di applicazioni, dalla costruzione all’arredamento. Il legno è un materiale rinnovabile, che può essere coltivato e gestito in modo sostenibile, con un carbon-footprint negativo. Il legno è un eccellente isolante termico e igroscopico, che migliora il comfort abitativo e favorisce l’efficienza energetica degli edifici, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale delle nostre costruzioni.

Edificio residenziale a “Selva Alegre” in Ecuador – pareti in platform frame e copertura in legno lamellare – fonte: https://www.alufoot.com/

Ma la natura biologica del legno e la sua sostenibilità ecologica, che è origine di tali qualità positive, rappresenta allo stesso tempo il suo tallone d’Achille: come si può garantire la durabilità delle strutture in legno, preservandolo dal naturale degrado provocato da funghi, muffe e insetti? Questo compito che spetta a progettisti ed esecutori. Qualche giorno fa parlando con mio padre – imprenditore edile negli anni del boom edilizio dominato da mattoni e calcestruzzo – della costruzione di una nuova scuola in legno, ho ricevuto un suo lapidario commento: “vedremo se questa scuola sarà in grado di resistere, come quelle che ho fatto io, che sono ancora lì dopo 50 anni” (ndr: in realtà la sua affermazione è stata un po’ più colorita e in stretto dialetto veneto, ed è stato necessario rivederla per ragioni editoriali).

Difficile ribattere tale affermazione perché, purtroppo, nel recente passato la moderna “ignoranza” sull’uso del legno come materiale da costruzione ha portato risultati scadenti in termini di performance strutturali e di durabilità. Performance poi sfociate in altrettante procedure civili e penali pendenti presso i nostri tribunali. Ignoranza che non è da attribuire solo ai professionisti, ma anche alle imprese del settore: non più tardi di ieri ho dovuto suggerire dei rimedi per poter dichiarare agibile d’urgenza una nuova tribuna in legno, progettata e realizzata in totale autarchia da un’impresa operante da decenni nel settore delle costruzioni in legno. Questo per una mancanza di consapevolezza del corretto uso dei materiali legnosi, che non tiene conto del loro comportamento meccanico fortemente anisotropo e non lineare!

Nonostante tutto questo, il futuro della costruzione in legno è promettente e, vorrei dire, “inevitabile” se vogliamo assicurare un mondo migliore e più sostenibile alle generazioni future.

Ecco perché ritengo necessario investire nella formazione dei professionisti e delle imprese che operano nel settore delle costruzioni in legno. Ben vengano i corsi di progettazione di “strutture in legno” che stanno progressivamente riapparendo nelle diverse sedi universitarie italiane, nonché le proposte di master universitari tematici di formazione post-laurea, come quello in partenza il prossimo anno accademico presso, l’Università di Padova dal titolo “Scienza e tecnologia del legno e dei prodotti legnosi”. Scopo del master è proprio quello di formare specialisti di alto livello da collocare nell’industria del legno, per fornire loro una visione olistica delle sfide che caratterizzano l’intera filiera del settore, a partire dall’approvvigionamento della materia prima fino alla valutazione delle costruzioni in opera.

Info Autori

Roberto Scotta
Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale - ICEA @ Università degli Studi di Padova | Altri Posts

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