Il legno nelle nostre case
Già nella notte dei tempi, la nostra casa era un nido su un albero fatto di rami di legno rotti.
Parafrasando Roland Ennos che nel suo libro “L’età del legno” spiega la familiarità e l’affetto con cui noi Sapiens guardiamo al materiale legno, inizia il nostro viaggio all’interno delle case di oggi, per vedere che spazi il legno occupa e con quali funzionalità.
Del resto, per riprendere un altro autore, Mauro Bernabei, il legno ha svolto un ruolo chiave nello sviluppo della nostra civiltà, tanto che i latini lo chiamavano Materia termine che deriva da Mater, ovvero Madre. Forse anche per questo, la vista del legno ci conforta, ci dona l’idea di un ambiente domestico, genericamente sicuro e protetto e allo stesso tempo più accogliente, un’idea di casa.
Lo si trova ovunque: dalle strutture portanti, alle superfici, agli arredi, fino agli utensili che usiamo nella nostra cucina: tutti oggetti fatti con lo stesso legno che i nostri avi utilizzarono per ripararsi, per scaldarsi, per combattere, per scavare più velocemente ed avviare la rivoluzione agricola. Ma non solo. Forse anche inconsciamente, si è iniziato a riprodurre il legno sulle piastrelle, sulle carte da parati a scopo decorativo, sui laminati con cui nobilitiamo i nostri arredi, sui pavimenti vinilici, a volte addirittura nella lavorazione di metalli o PVC con cui si realizzano gli infissi. È provato che essere circondati da manufatti o anche singoli elementi di arredo che richiamano l’ambiente naturale, aumenta la percezione del comfort di quell’ambiente.
Nel corso dei secoli, grazie al progresso tecnologico, il legno massiccio, come ci viene fornito dalla natura con tutti i suoi limiti dimensionali, (legati principalmente alla larghezza, lunghezza e altezza) e le sue problematiche igroscopiche, che innescano processi di deformazione dovuti alla variazione dell’umidità, è stato sostituito da derivati del legno che permettono di adattare le lunghezze e le sezioni alle esigenze dei progettisti (per esempio il legno lamellare incollato), di realizzare pareti e solai portanti, di realizzare prodotti che non limitino le deformazioni igroscopiche (i.e. compensato). Inoltre sono state sviluppate nuove tecnologie di modificazione in grado di migliorare la capacità del materiale di resistere all’attacco di agenti biologici (principalmente funghi e insetti).
Tuttavia, oggi come un tempo, il legno ha il grande pregio di crescere nelle foreste richiedendo pochissime cure e di venire lavorato con basse energie di trasformazione che, da un punto di vista di impatto ambientale, risultano in emissioni molto contenute. Il legno, inoltre, si forma grazie alla fissazione della CO2 atmosferica senza contribuire dunque (nel caso della gestione forestale sostenibile) alle attività responsabili della crisi climatica in atto. Gran parte del legno presente nelle nostre case sotto forma di pannelli truciolari, con cui vengono realizzati i nostri mobili, è inoltre prodotto da processi di riciclo che vedono coinvolto il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Recupero e il Riciclaggio degli Imballaggi di Legno (RILEGNO), ente incaricato della raccolta degli imballaggi a fine vita. Tutto questo, perfettamente in linea con il virtuoso modello produttivo proposto dell’economia circolare, che considera lo scarto una risorsa da cui poter poi realizzare nuovi prodotti, come pannelli, dai quali poter ottenere arredi di vario tipo aumentandone la sostenibilità.
Altro esempio calzante riguarda i libri nelle nostre librerie, la cui carta deriva da opportune trasformazioni del legno. Anche la carta oggi ha un ruolo fondamentale nell’economia circolare del nostro paese. Dati ASSOCARTA aggiornati ad aprile 2023 ci dicono che il 63% delle fibre utilizzate proviene da riciclo, il 90% delle fibre vergini deriva da gestione forestale sostenibile certificata mentre l’80% della carta prodotta proviene da siti con certificazione ambientale.
Nelle nostre case, inoltre, possiamo trovare diversi prodotti tessili ottenuti dalla lavorazione del legno. Da un punto di vista ambientale, questi prodotti sono molto interessanti perché, contrariamente alla coltivazione del cotone, la crescita del bosco non ha impatti negativi sull’ambiente, ma nella quasi totalità dei casi ha mostrato avere sempre impatti positivi. Oggigiorno, infatti, grazie ad adeguate lavorazioni industriali è possibile ottenere fibre tessili naturali che in commercio sono note come Viscosa, Rayon, Tencel, Modal o Lyocell. Nello specifico, la fibra di Rayon viene comunemente estratta dalla polpa di legno di specie differenti, la fibra di Modal unicamente dal legno di faggio, mentre il Lyocell viene estratto dalle piante di eucalipto. Anche l’acetato di cellulosa viene spesso usato come fibra tessile, come materiale per la realizzazione di lastre per occhiali o come film trasparente. Tutte queste fibre tessili ecologiche sono parte integrante di quell’economia sostenibile, che tenta di annullare gli impatti devastanti della crisi climatica e mira verso una produzione più etica e sostenibile.
Da non dimenticare, infine, che sul mercato esistono pannelli isolanti, realizzati non esclusivamente in legno, ma da prodotti della filiera forestale che impiegano come materia prima il sughero, noto come granulato. Quest’ultimo è ottenuto da sughero di qualità differente rispetto alla gamma di prima classe, destinata alla produzione dei tappi utilizzati per l’imbottigliamento dei prodotti enologici.
Info Autori
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI)