Adattare la gestione delle faggete al cambiamento climatico: lo stato dell’arte della ricerca europea.

Il faggio è una delle specie arboree più diffuse e importanti per il settore forestale europeo. Tuttavia, alla luce dei cambiamenti climatici in corso, comprendere le dinamiche di crescita e la risposta delle faggete a tali cambiamenti è di fondamentale importanza per identificare quali strategie di gestione possano essere vantaggiose per la conservazione del loro stato. I ricercatori hanno studiato l’ecologia, la crescita, la gestione, la distribuzione, l’interazione con altre specie, gli aspetti genetici e di rigenerazione del faggio in diverse aree geografiche d’Europa, ma nonostante ciò rimane confuso il modo in cui le misure di adattamento e mitigazione possono essere integrate nelle linee guida selvicolturali per migliorare la resilienza delle foreste di faggio europee.

Un recente lavoro di revisione bibliografica, realizzato nell’ambito del progetto LIFE AForClimate (https://www.aforclimate.eu/),  ha raccolto e analizzato le strategie di gestione più significative adottate nelle faggete europee nel corso degli ultimi anni, evidenziando quelle più efficienti e promettenti sulla base della letteratura scientifica, e raggruppandole in cinque aree geografiche europee, secondo la classificazione utilizzata dal report “Stato delle foreste europee 2020”. La maggior parte degli studi ottenuti riporta l’applicazione di trattamenti diretti per far fronte ai cambiamenti climatici nel breve periodo, per migliorare la resistenza e la resilienza degli alberi e delle foreste, mantenendo lo status quo dell’attuale produttività e distribuzione delle faggete.

Faggeta diradata nel Comune di Roccamandolfi (Molise) all’interno del progetto Life AforClimate (FOTO: S. Antonucci)

Per orientare la selvicoltura del faggio in una prospettiva a lungo termine sono risultati utili gli studi dendrocronologici e di accrescimento in popolamenti di faggio misti ad altre specie, la determinazione della risposta della rinnovazione e delle diverse provenienze ai trattamenti, nonché la modellizzazione della distribuzione e della crescita in diversi scenari climatici. Infine, studi di modellizzazione mettono in guardia sull’elevata sensibilità delle foreste di faggio ai futuri cambiamenti climatici, mentre gli studi genetici suggeriscono che i tratti di resistenza e resilienza possono essere trovati nelle popolazioni meridionali o marginali.

Questa revisione è il primo tentativo di raccogliere le opzioni di gestione forestale applicate alle faggete di tutta Europa per far fronte ai cambiamenti climatici, che possano aiutare i professionisti a orientare i loro interventi selvicolturali e i ricercatori a realizzare una rete di monitoraggio a lungo termine in tutta Europa. Questa rete, come segnalato anche dalla COST ACTION CLIMO deve avere lo scopo di comprendere l’effetto del cambiamento climatico sulla stabilità delle foreste europee, suggerendo misure climate-smart che aiutino le foreste ad adattarsi ai rapidi cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo.

Info Autori

Serena Antonucci
Dip Agricoltura, Ambiente ed Alimenti, Università degli Studi del Molise | Altri Posts
Vittorio Garfì
Dip. Bioscienze e Territorio, Università degli Studi del Molise | Altri Posts

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