Conservare il potenziale adattativo delle foreste europee: al via il progetto FORGENIUS

foto di copertina Andrea Piotti

Nessuno manterrebbe un’area protetta senza sapere quali specie e ecosistemi ospita all’interno dei suoi confini. Tanto meno quando l’area protetta è tutta Europa e gli ecosistemi da tutelare racchiudono le principali specie forestali del continente. Esiste un’infrastruttura così ambiziosa da prefiggersi l’obbiettivo di preservare la maggior parte della diversità genetica nelle foreste europee: è il network di Genetic Conservation Unit (GCU, che in italiano potremmo tradurre come “unità di conservazione genetica”) coordinata da EUFORGEN attraverso la piattaforma EUFGIS. Il network di GCU rappresenta un’enorme area “diffusa” di conservazione del patrimonio genetico forestale europeo e, dalla mappa delle GCU esistenti (http://portal.eufgis.org/maps), risulta semplice comprenderne le dimensioni e la capillarità. Ma questa grande rete di boschi particolarmente rilevanti per le loro peculiarità genetiche ha avuto fino ad ora un grande problema: non ci sono mai state le risorse per studiarne le caratteristiche genetiche e climatiche nel dettaglio, nemmeno per le specie più importanti.

Il nuovo progetto europeo H2020 FORGENIUS, focalizzandosi proprio sul network delle GCU, ci aiuterà a comprendere e monitorare la diversità delle foreste europee e la loro capacità di fronteggiare il cambiamento climatico. Il progetto si baserà sulle conoscenze e le tecnologie più avanzate nei campi della genomica di popolazioni, ecofisiologia, ecologia evolutiva, telerilevamento e silvicoltura, al fine di produrre una piattaforma che permetterà di indagare il destino delle foreste europee a breve, medio e lungo termine. Le conoscenze acquisite saranno determinanti per sviluppare nuove strategie finalizzate a preservare e sviluppare il potenziale adattativo del nostro prezioso patrimonio genetico forestale.

Prenderanno parte al progetto una ventina di istituti di ricerca, dalla Spagna alla Turchia, dalla Norvegia all’Italia. Il loro sforzo comune sarà quello di esplorare il network delle GCU per produrre informazioni sul genoma e il fenotipo di oltre 13.000 alberi appartenenti a 23 tra le specie forestali ecologicamente più importanti d’Europa. Verranno studiate le specie più diffuse, come le querce e i pini mediterranei, gli abeti e il faggio, ma anche specie più rare, importanti in un’ottica conservazionistica, come l’abete dei Nebrodi. Verranno raccolti dati genomici relativi a migliaia di geni in tutte le specie in esame. I risultati delle analisi di questi enormi dataset ci racconteranno la loro storia evolutiva e ci permetteranno di quantificarne la diversità genetica, in particolare quella quota di diversità che potrebbe essere coinvolta nei processi di adattamento….ma non solo: esperti di telerilevamento raccoglieranno preziosissime informazioni “dall’alto” su tutte le GCU esistenti e un team di ecofisiologi e tecnici specializzati girerà tutta Europa per studiare nel dettaglio come alcune specie target si comportano da un punto di vista ecofisiologico in un clima che cambia.

L’Italia, anche se è poco noto persino nella comunità forestale, ospita attualmente 217 GCU di 40 specie, e in FORGENIUS ne verranno dettagliatamente studiate 34. Si partirà quest’estate con le attività su abete bianco e abete dei Nebrodi, pino nero, pino d’Aleppo, rovere e tasso.

Distribuzione delle GCU in Italia

FORGENIUS è un progetto in cui i ricercatori italiani avranno un ruolo chiave. Oltre al coordinamento, che verrà svolto da Ivan Scotti (INRAE Avignone), le attività di caratterizzazione genetica e fenotipica previste dal progetto verranno coordinate da Giovanni G. Vendramin (IBBR-CNR Firenze) e Maurizio Mencuccini (CREAF Barcellona). Saranno coinvolti tre partner italiani (IBBR-CNR Firenze, Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario, NewtVision) e numerosi altri connazionali che lavorano in prestigiosi centri di ricerca come il Joint Research Centre di Ispra e lo European Forest Institute di Barcellona.

Per seguirci in questi cinque anni, che saranno faticosi ma pieni di soddisfazioni, e forniranno nuove conoscenze fondamentali per capire come evolveranno le foreste europee non perdete d’occhio l’account twitter del progetto @FORGENIUS_EU .

Info Autori

Andrea Piotti
Istituto di Bioscienze e BioRisorse (IBBR), Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Sesto Fioren-tino (FI) | Altri Posts

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