I microhabitat negli alberi per preservare la biodiversità

(foto: © Silva Foundation)

Un recente studio italiano ha confermato che l’abbondanza e la diversità dei microhabitat di alberi, in grado di sostenere la biodiversità a più livelli, sono legate alla dimensione degli alberi ed al tempo intercorso dall’ultimo intervento selvicolturale.

I microhabitat legati agli alberi (Tree-related Microhabitats – TreM) sono strutture costituite da buchi di marciumi, cavità, grandi nidi, muffe, corpi fruttiferi e miceli di funghi decompositori. I TreM sono stati ampiamente riconosciuti come importanti substrati e strutture utili per la conservazione della biodiversità negli ecosistemi forestali e possono essere utilizzati come indicatori per descrivere e monitorare il grado di naturalità delle foreste. Negli ultimi anni, la maggior parte degli studi sulla presenza di TreM sono stati condotti principalmente negli ecosistemi forestali dell’Europa centrale, mentre un numero più limitato di indagini ha riguardato le foreste montane del Mediterraneo.

In un lavoro pubblicato recentemente su iForest – Biogeosciences and Forestry, un gruppo di ricerca italiano ha studiato la diversità e l’abbondanza di 23 tipi di TreM su alberi vivi e su legno morto in sette foreste non gestite delle montagne mediterranee dell’Appennino centrale. L’abbondanza di TreM è stata valutata contando il numero di TreM per albero, mentre la loro diversità è stata valutata mediante l’indice Shannon-Wiener. Lo studio si è focalizzato sulle relazioni tra diversità e abbondanza di TreM e dimensioni degli alberi (ad es., diametro, altezza, volume) e il tempo trascorso dall’ultimo intervento selvicolturale. Sono stati analizzati 2612 alberi viventi, 457 alberi morti e tronchi in piedi e 1247 pezzi di legno morto a terra. Per gli alberi viventi, è stato verificato l’effetto delle diverse variabili rilevate sull’abbondanza di TreM per albero.

I risultati hanno confermato che la dimensione dei fusti degli alberi (in termini di diametro) è strettamente associata all’abbondanza e alla diversità dei TreM. Il tempo trascorso dall’ultimo intervento selvicolturale è pure un fattore significativo e rilevante nel determinare la probabilità che i TreM si possano formare nel lungo periodo in bosco. In effetti, questi due fattori considerati insieme all’interno del modello statistico utilizzato dagli autori rappresentano al meglio la transizione di una foresta precedentemente gestita verso uno stato più naturale nel corso del tempo.

Questo studio fornisce informazioni utili alla gestione sostenibile delle foreste mediterranee e alla conservazione della loro biodiversità, e rappresenta un utile strumento per gli operatori del settore impegnati nelle pratiche forestali, soprattutto nell’ottica del monitoraggio delle foreste di alto valore naturale.

Marziliano PA, Antonucci S, Tognetti R, Marchetti M, Chirici G, Corona P, Lombardi F (2021). Factors affecting the quantity and type of tree-related microhabitats in Mediterranean mountain forests of high nature value. iForest 14: 250-259. – doi: 10.3832/ifor3568-014

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