L’inquinamento da ozono causa milioni di danni alla produzione di legname in Italia
L’ozono troposferico (O3) è un inquinante atmosferico, che si forma da reazioni fotochimiche della luce solare con ossidi di azoto, idrocarburi organici volatili e monossido di carbonio, provenienti principalmente dalla combustione di combustibili fossili. L’ozono entra nelle foglie attraverso gli scambi gassosi causando clorosi e necrosi per ossidazione dei tessuti. La severità dei danni dipende dalla durata dell’esposizione e dalla concentrazione d’ozono, dalle condizioni meteorologiche e dalle caratteristiche vegetazionali. La fitotossicità dell’ozono rappresenta una potenziale minaccia per la produttività delle foreste, il cui impatto economico è ancora poco conosciuto.
L’ozono è tossico per le piante solo quando viene assorbito dagli stomi durante i normali processi di scambi gassosi che regolano la fotosintesi e la traspirazione. L’assorbimento stomatico di O3 è stimato attraverso modelli che definiscono gli effetti dei fattori ambientali e della vegetazione sugli stomi. In questo modo è definita la dose di ozono fitotossica (POD, Phytotoxic Ozone Dose), che corrisponde alla quantità di O3 assorbita dagli stomi durante la stagione di crescita al di sopra di un soglia “Y” di potenziale fitotossicità (PODY).
In questo contesto, utilizzando le foreste italiane come caso studio, è stato sviluppato un nuovo modello per quantificare gli impatti economici dell’O3 a livello nazionale. Il modello ha considerato i danni stimati attraverso la capacità stomatica di assorbire O3 (POD1, corrispondente all’assorbimento di ozono oltre una soglia oraria di 1 nmol O3 m−2 s−1) e l’inventario forestale nazionale italiano georeferenziato, disponibile per l’anno 2005. Il POD1 annuale medio d’Italia nel 2005 è stato di 20,4 mmol O3 m-2 causando un danno annuale potenziale variabile – a seconda del tasso di interesse applicato – da 31,6 a 57,1 M € (ovvero 10-17 € ha-1 all’anno, in media). È stata anche calcolata una riduzione dell’1,1% delle aree forestali redditizie, con cali significativi della potenziale produzione nazionale annua di legna da ardere (- 7,5%), paleria (- 7,4%), tondame (- 5,0%) e legname da cartiera (- 4,8% ).
Lo studio rappresenta la prima stima economica dei danni causati dall’inquinamento da ozono alle foreste italiane. Nelle aree più gravemente inquinate i risultati evidenziano una potenziale riduzione dell’area forestale gestita secondo criteri di economicità. Ulteriori studi e modelli a scala di ecosistema devono essere sviluppati per definire gli effetti dell’O3 sulla perdita di altri servizi ecosistemici, come la biodiversità, dato che l’impatto economico dei danni da inquinamento da ozono qui calcolato (perdita di soli beni con valore di mercato) è sicuramente una sottostima rispetto alle perdite totali.
Claudia Cocozza, Sandro Sacchelli, Elena Paoletti e Yasutomo Hoshika