Abbattimento del particolato aerodisperso (PM10 e PM2.5) in tre aree protette e due ville storiche della città di Roma nei mesi di lockdown (marzo-aprile 2020)

di Stefano Petrella – Pubblicato su: Forest@ – Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, vol. 17, pp. 78-87. [online] URL: https://foresta.sisef.org/contents/?id=efor3577-017&lang=it


Riassunto: Il ruolo del particolato aerodisperso nell’aumento significativo della mortalità legata a patologie cardio-respiratorie, nella riduzione delle difese immunitarie e nella trasmissione di agenti patogeni è ampiamente dimostrato in numerosi studi scientifici. Altrettanto nota è la funzione che gli alberi possono svolgere nella rimozione delle polveri sottili, in particolare nell’ambiente urbano. Nel presente studio è stata esaminata la capacità di abbattimento del particolato atmosferico (PM10 e PM2.5) in tre aree protette romane inserite nel sistema dei parchi e delle riserve naturali gestire dall’ente regionale RomaNatura (Riserva Naturale della Marcigliana, Riserva Naturale della Valle dell’Aniene e Parco Regionale Urbano di Aguzzano) e in due ville storiche romane (Villa Ada e Villa Borghese). Lo studio si è svolto nei mesi di marzo e aprile 2020 durante il periodo di lockdown. Stante l’impossibilità di svolgere rilevamenti e misurazioni dirette sul campo, per definire le caratteristiche biofisiche delle aree in esame è stata adottata una metodologia basata interamente su tecniche di remote sensing. Tali tecniche, in assenza di procedure di calibrazione basate su controlli e verifiche dirette, possono essere affette da un certo grado di incertezza, tuttavia costituiscono un primo livello di esame propedeutico per approfondimenti successivi, utile per indagare aree di difficile accesso o per sviluppare progetti di ricerca dotati di risorse limitate. Le quantità medie delle polveri sottili e ultrasottili complessivamente rimosse nei due mesi di studio sono state 4330.22 ± 1429.54 Kg di PM10 e 373.33 ± 124.01 Kg di PM2.5. Questi dati non sono direttamente confrontabili con i risultati di analoghi studi condotti in aree molto più vaste e per periodi di tempo maggiori. Tuttavia mostrano che tecniche di remote sensing basate su banche dati di libero accesso e sull’utilizzo di software gratuiti e open source possono essere intraprese anche da comunità di cittadini motivati e dotati delle conoscenze tecnico-scientifiche adeguate e pertanto possono costituire un potente vettore di sensibilizzazione e coinvolgimento nella conservazione dei boschi urbani.

Parole chiave: Boschi urbani, Particolato, PM10, PM2.5, Remote sensing, Riflettanza.


Leggi l’intero articolo su Forest@: https://foresta.sisef.org/contents/?id=efor3577-017&lang=it

Info Autori

Altri Posts

Articoli correlati

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: