I sistemi agroforestali riducono il rischio di incendi
Gli incendi sono un fenomeno che da sempre interessa e modella gli ecosistemi terrestri. In alcuni ambienti, come quello mediterraneo, sono più frequenti e la vegetazione ha sviluppato diversi adattamenti per far fronte e addirittura sfruttare a proprio vantaggio questi eventi. Tuttavia, sempre più frequentemente moltissime aree del mondo, tra cui quella mediterranea, sono interessate da incendi che per intensità o estensione risultano incontrollabili dall’uomo e distruttivi per la vegetazione. Incendi di questa entità minacciano la biodiversità, il paesaggio, le comunità locali e le loro economie e rilasciano grandi quantità di anidride carbonica contribuendo ad accelerare i cambiamenti climatici.
L’uso del suolo influenza fortemente la propagazione e l’entità degli incendi, ad esempio alcune tipologie di foreste, come le pinete o i boschi di eucalipto, sono estremamente infiammabili, mentre altri tipi di uso del suolo, come i pascoli, sono in grado di interrompere l’avanzata degli incendi.
Un recente studio internazionale ha analizzato il verificarsi degli incendi in funzione di diverse categorie di uso del suolo: pascoli, arbusti, foreste e sistemi agroforestali (consociazione di piante arboree, colture erbacee o pascoli), con l’obiettivo di verificare se le aree gestite con l’agroforestazione fossero più resistenti al fuoco.
Prendendo in considerazione i dati sugli incendi forestali superiori a 30 ettari di superficie, provenienti da Cipro, Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna (dove ogni anno, dal 2008 al 2017 sono bruciati dai 300.000 ai 450.000 ettari di foresta), gli autori hanno identificato e analizzato la relazione spaziale tra incendi e uso del suolo, mostrando che la più bassa percentuale di incendi avviene proprio in corrispondenza delle aree agroforestali.
Gli autori suggeriscono che le pratiche agroforestali, riducono il rischio di incendi interrompendo la continuità della vegetazione arbustiva, regolando la densità e la composizione in specie e riducendo la quantità di combustibile nel sottobosco. Inoltre possono contribuire a rendere più sostenibile la gestione del territorio agrario: mantenendo la biodiversità, riducendo l’erosione del suolo, proteggendo le risorse idriche e riducendo le emissioni di gas serra.
Francesca Camilli, Andrea Pisanelli