Afforestazione e fissazione della CO2 atmosferica: qualche cifra indicativa dalla ricerca scientifica

Pubblicato su Forest@ – Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, vol. 18, pp.60-63. [online] URL: https://foresta.sisef.org/contents/?id=efor3928-018

L’afforestazione viene da più parti invocata come una delle più efficaci soluzioni per sottrarre carbonio dall’atmosfera e mitigare la crisi climatica; di conseguenza, da alcuni anni stiamo assistendo a un fiorire di progetti finalizzati alla creazione di nuovi impianti, soprattutto in zone periurbane, di pianura e collina, senza un preventivo dibattito scientifico sul loro possibile impatto. Abbiamo voluto per questo fare un sommario degli studi disponibili al riguardo per gli ambienti italiani, in modo da definire un intervallo di valori realisticamente ottenibili. Abbiamo cercato inoltre di evidenziare alcuni dei fattori (effetti dell’età, prospettiva per pianta o per superficie) che devono essere presi in considerazione nel dibattito, per evitare prospettive inconciliabili. Alla luce delle evidenze disponibili, in condizioni mesiche e in presenza di adeguate cure colturali è realistico attendersi nell’arco dei primi decenni dall’impianto una fissazione netta di circa 3.5 t C / ha / anno, in linea con i risultati ottenuti in impianti di latifoglie decidue in altri Paesi europei. Valori maggiori sono sicuramente possibili con specie a rapida crescita (pioppo, eucalipto) e con una gestione intensiva, non sempre compatibile con le finalità ambientali degli impianti. Nel complesso, si dimostra quindi come gli interventi proposti possano avere ricadute importanti (anche considerando gli altri servizi ecosistemici forniti, particolarmente rilevanti in aree periurbane e di pianura), pur con una fissazione di C ben lontana da quella garantita dalla protezione e gestione sostenibile del patrimonio forestale esistente.

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Sabrina Raddi
Università degli Studi di Firenze, Dip. DAGRI, v. San Bonaventura 13, 50145 Firenze | Altri Posts

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