Gli alberi rimangono effettivamente in contatto attraverso una wood wide web”? Ecco cosa dicono le prove

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ARTICOLO TRATTO DA THE CONVERSATION: https://theconversation.com/do-trees-really-stay-in-touch-via-a-wood-wide-web-heres-what-the-evidence-says-199806

Gli alberi di una foresta potrebbero sembrare solitari, ma sono collegati sottoterra da una complessa rete di funghi, solo alcuni dei quali sono visibili con i loro corpi fruttiferi in superficie. Grazie a questi collegamenti, si ritiene che gli alberi condividano cibo, acqua e persino informazioni, come gli avvertimenti di un possibile “attacco nemico”. Il concetto di foresta interconnessa ha evocato confronti con la rete Internet e da ciò è nato il nickname “la ragnatela del legno” (wood-wide web).

L’idea che gli alberi condividano le risorse e possano comunicare gli uni con gli altri attraverso i funghi sembrava qualcosa di fantasioso ed è stata una profonda rivelazione al momento della sua scoperta a metà degli anni ‘90. Quasi trent’anni dopo, i ricercatori hanno esaminato le evidenze scientifiche esistenti e hanno constatato che, sebbene i funghi del suolo siano importanti, alcune delle affermazioni più diffuse formulate in merito al wood-wide web sono prive di un effettivo supporto scientifico.

Quasi tutte le piante formano stretti rapporti con funghi che vivono nelle loro radici, noti, nel loro insieme, come micorrize. Alcuni di questi funghi danno origine a dei corpi fruttiferi sulla superficie del suolo, ma questi sono solo ciò che riusciamo a vedere. La maggior parte dei funghi micorrizici vive interamente sottoterra ed è presente solo sotto forma di lunghi filamenti poco visibili che prendono il nome di ife e che si sviluppano a partire dalle radici delle piante per esplorare il suolo.

Consentendo a questi funghi di vivere nelle loro radici, le piante ricevono nutrienti per loro essenziali. I funghi ricevono nel frattempo dai loro ospiti vegetali i prodotti della fotosintesi (zuccheri e grassi). Le ife fungine formano così vaste reti nel suolo note come reti micorriziche che possono anche collegare le piante tra di loro.

I funghi micorrizici formano i cavi in fibra ottica nell’analogia della rete a filo di legno. KYTan/Shutterstock
Una disconnessione nella wood wide web

Nel 1997 gli scienziati hanno dimostrato che il carbonio, una fonte di energia primaria per tutta la vita, poteva essere trasmesso tra alberi attraverso le micorrize. Questa constatazione ha suscitato speculazioni sul fatto che i funghi stavano aiutando gli alberi a comunicare e condividere le risorse ed ha messo in evidenza come la cooperazione fosse più importante in natura della concorrenza, un’idea che metteva in discussione il dogma evolutivo prevalente all’epoca. Gli autori di questo nuovo studio nutrono però alcuni dubbi su questo aspetto.

Nonostante la diffusa convinzione che le piante condividano gli alimenti utilizzando le micorrize, le evidenze portate in questo senso sono ancora inconcludenti. Negli esperimenti di laboratorio e in campo, la quantità di carbonio e di altre risorse trasferite tra le piante è tipicamente ridotta e rimane per lo più nelle radici collegate alle ife fungine. Ciò significa che, mentre i funghi ricevono carbonio da una pianta, gran parte di esso rimane probabilmente con il fungo piuttosto che essere trasferita ad un’altra pianta. Ciò solleva la questione di quanto tali trasferimenti possano effettivamente essere importanti per gli alberi di una foresta.

E sono le piante o i funghi a essere responsabili del trasferimento di tali zuccheri, grassi e nutrienti? In questi studi si tiene conto raramente di cosa fanno i funghi e perché lo fanno. È altrettanto probabile che il trasferimento di cibo tra le piante ad opera dei funghi sia guidato dal loro appetito piuttosto che dal loro altruismo. Queste considerazioni sottolineano la necessità di condurre ulteriori ricerche per meglio comprendere il ruolo delle micorrize nella trasmissione di risorse e informazioni all’interno delle comunità vegetali.

Il modo in cui sono riportati i risultati degli esperimenti influenza la percezione della comunità scientifica ma anche del largo pubblico. Spesso i lavori scientifici con risultati positivi sono citati più spesso rispetto a quelli che riportano assenza di effetti o effetti negativi. Ciò significa che gli studi che dimostrano il trasferimento di risorse tra alberi attraverso reti fungine tendono ad essere citati più facilmente di quelli che non lo fanno, perpetuando idee potenzialmente errate tra il pubblico e gli scienziati.

Gli autori di questo nuovo lavoro scientifico hanno dimostrato come affermazioni esagerate basate su risultati sperimentali possono diventare soggette a interpretazioni ancora più errate nel tempo. Ciò porta a citare studi scientifici per documentare effetti che non erano stati rivendicati dagli autori originali. Ad esempio, molti articoli attribuiscono i loro effetti osservati a potenziali reti micorriziche, ma vengono poi citati da altri come una prova concreta della loro esistenza e della loro funzione. E mentre l’uso di un linguaggio antropomorfico, come “parlare”, “condividere” e “commerciare”, può aiutare a semplificare e comunicare i risultati, può anche distorcere la complessità e impedire una piena comprensione di un fenomeno naturale.

Perché il concetto è ancora utile

Nonostante queste considerazioni, vi sono alcuni elementi a sostegno della comunicazione e della condivisione delle risorse tra le piante attraverso le micorrize.

È stato dimostrato che i funghi siano i promotori della comunicazione di segnali difensivi, almeno per alcune specie vegetali. Ciò avviene nelle piante di fagioli per prepararsi a difendersi da attacchi di afidi in esperimenti in cui i collegamenti micorrizici tra le piante sono stati interrotti o lasciati intatti. Tuttavia, i segnali e le modalità di trasmissione restano ancora sconosciuti.

Quando gli insetti pascolano una pianta, rilascia segnali di stress che avvertono coloro che si trovano nelle vicinanze. Vera Larina/Shutterstock

Altri esperimenti hanno dimostrato che il carbonio e l’acqua si spostano tra le giovani piantine di pino giapponese e di pino silvestre in condizioni controllate di laboratorio, anche se queste possono non riflettere le condizioni riscontrate in natura. Un esperimento sul campo ha mostrato il movimento di un tracciante colorato tra le piantine di pino ponderosa attraverso funghi micorrizici. Tuttavia, non vi è ancora alcuna prova definitiva del coinvolgimento di una vera e propria rete micorrizica. Esistono spiegazioni alternative altrettanto plausibili, tra cui il coinvolgimento di altri microrganismi del suolo, la diffusione del colorante attraverso l’acqua e il contatto diretto tra le radici vegetali. Alla luce di queste considerazioni, è chiaro che la funzione delle reti micorriziche tra gli alberi nelle foreste è stata sopravalutata. Tuttavia, il concetto di wood-wide web può ancora aiutare gli scienziati a evidenziare e comunicare l’importanza dei funghi micorrizici negli ecosistemi naturali e gestiti.

Il mondo sotto i nostri piedi è facile da trascurare e, di conseguenza, l’ecologia del suolo è stata spesso poco considerata nella ricerca scientifica, nelle politiche pubbliche e nella gestione delle risorse, nonostante la sua importanza per la salute e la stabilità degli ecosistemi. Il concetto di wood-wide web può evidenziare a un vasto pubblico il ruolo svolto dai funghi del suolo e, con gli opportuni accorgimenti, gli scienziati possono sottolineare come sia importante avere una migliore comprensione dell’ecologia del suolo. Ciò può aumentare gli investimenti nella ricerca e nelle politiche volte a preservare e proteggere gli organismi che sono alla base di quasi tutti gli ecosistemi terrestri della Terra.

Info Autori

Giorgio Alberti
Department of Agricultural, Food, Animal and Environmental Sciences, Università degli Studi di Udine | Website | Altri Posts

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