La formazione del personale operativo nella lotta agli incendi boschivi

Copertina DOS

“Gli incendi boschivi stanno cambiando: cambiamo le strategie per governarli” (Bovio et al. 2017. Forest@ 14: 202-205). Questo il titolo dell’articolo con cui il Gruppo di Lavoro “Gestione incendi boschivi” della SISEF aveva sottolineato la necessità di ricercare nuove strategie e soluzioni innovative per la gestione del rischio nel contrasto agli incendi boschivi, alla luce dei nuovi scenari ambientali che già cinque anni fa erano più che evidenti. Nell’articolo veniva suggerita l’adozione di un approccio integrato alla gestione del problema, combinando ed integrando prevenzione, previsione e lotta attiva.  

La necessità di maggiori investimenti nella prevenzione è imprescindibile perché gli incendi stanno diventando sempre più intensi, veloci, estesi e talvolta la loro estinzione è complessa  anche per la  frequente presenza di spotting ovvero della propagazione dell’incendio al di fuori del perimetro dell’incendio principale, dovuta al sollevamento in aria di tizzoni, parti di legno e corteccia in fiamme da parte di correnti convettive generate dalla combustione.

Per quanto riguarda la fase di previsione sarebbe importante investire nella conoscenza e nella formazione della meteorologia applicata agli incendi. E’ necessario formare i “previsori”, coloro che stilano i bollettini di rischio, i centri funzionali sulla stabilità e instabilità atmosferica. Tali figure sono indispensabili in fase di previsione di potenziali comportamenti convettivi degli incendi, nonché nella lettura e nell’interpretazione dei radiosondaggi, al fine di  prevedere la formazione dei Pirocumuli e dei Pirocumulonembi

sale operative unificate permanenti (SOUP) in Abruzzo

Ma la formazione dovrebbe essere rivolta anche ai tecnici che si occupano di pianificazione al fine di individuare i punti strategici dove realizzare interventi selvicolturali mirati a“rallentare” e rendere meno devastanti gli effetti degli incendi. Inoltre, oltre alla strategia generale, dovrebbe cambiare anche l’approccio alla lotta attiva agli incendi. È infatti sempre più importante, durante le operazioni di spegnimento, utilizzare una terminologia comune su operazioni di manovra e tattica. D’altro canto,  con certi tipi di incendi diventano determinanti la strategia e il piano di attacco, indispensabili per prevedere il comportamento del fuoco, determinare i possibili punti critici dove contrastare le fiamme ed impedire all’incendio di raggiungere  le zone abitate. La complessità delle situazioni che si verificano sul campo rende necessario modificare ed innovare la formazione del personale operativo in funzione delle nuove conoscenze e delle nuove tecnologie. Il tema risulta complesso anche perché ci troviamo di fronte ad un’attività discontinua nel tempo e l’addestramento, la formazione e le esercitazioni del personale addetto risultano determinanti per mantenere un’efficace capacità operativa.

L’obiettivo è quello di passare da organizzazione tattiche a organizzazioni strategiche, che attraverso la lettura dei parametri meteo e dello stato di combustibile possano prevedere i tipi di incendi che potranno svilupparsi nelle varie giornate sul territorio. Per raggiungere questo obiettivo  occorre  formazione a più livelli. Negli ultimi decenni nelle varie regioni italiane sono stati svolti corsi di formazione soprattutto per le squadre operative di terra (sia operai forestali che volontariato AIB/PC) e per i DOS (Direttori Operazioni Spegnimento). In particolare, i DOS sono stati formati anche dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Nel 2020 è stata emanata una direttiva ministeriale (“Definizione, funzioni, formazione e qualificazione della direzione delle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi “GU n.56 del 5-3-2020) che, oltre a definire compiti e funzioni del DOS, prevede nel dettaglio un percorso formativo di 56 ore che purtroppo non è ancora stato ben recepito e attivato ovunque.

DOS (Direttori Operazioni Spegnimento) in Puglia

Un’altra importante direttiva sulla formazione riguarda l’omogeneizzazione delle competenze  del personale delle sale operative unificate permanenti (SOUP) (Gazzetta Ufficiale n. 238 del 25 settembre 2020) e la definizione di compiti, funzioni e formazione del personale operativo (responsabili e addetti) che opera nelle sale regionali dedicate al coordinamento. Anche questa direttiva deve ancora essere recepita da molte regioni.

Il trend degli incendi (e i dati di quest’estate 2022 lo confermano) ci mostra che i fenomeni tendono ad essere sempre più estesi. Servono fin da subito DOS preparati per i grandi incendi forestali. In Regione Toscana, per esempio, è già avvenuta la selezione e formazione di un gruppo di DOS per incendi complessi, pensata per la gestione di eventi di grosse dimensioni e finalizzata alla capacità di settorializzare il territorio interessato dal fuoco, con ripartizioni delle competenze e delle comunicazioni. In questi eventi è infatti necessario gestire un elevato numero di operatori e una complessa attività di logistica, con deleghe, passaggi di consegne, dotazione di specifiche cartografie e capacità di valutare e comunicare il piano di attacco al personale operativo. In tali situazioni è fondamentale la presenza di vari Assistenti DOS e di altre figure professionali come logisti e responsabili di settore, che necessitano di adeguata formazione e specializzazione.

E’ inoltre previsto che i DOS per gli incendi complessi debbano essere affiancati da altre importanti figure strategiche, come l’analista di campo e l’analista di sala, figure nuove nel panorama nazionale. L’analista di campo, attraverso lo studio del fenomeno (meteo, orografia, comportamento del fuoco in funzione dello stato di combustibile, individuazione dei punti di cambio, dei punti critici, dei punti strategici, valutazione delle opportunità e delle finestre operative) può essere determinante nella lettura del probabile sviluppo dell’incendio, suggerendo così al DOS elementi determinanti per realizzare un efficace piano di attacco all’incendio stesso.

Anche l’analista di sala potrà essere una figura importante in grado di fornire elementi di analisi utili a comprendere la corretta tipologia e l’entità delle risorse da impiegare. L’analista di sala dovrà anche fornire un supporto decisionale durante il “triage” che la sala dovrà effettuare nelle complesse situazioni di contemporaneità di più eventi, un altro caso che si presenterà in futuro sempre più frequentemente durante le ondate di calore. La formazione degli Analisti può risultare alquanto lunga e complessa. Queste figure infatti devono conoscere l’organizzazione regionale, le caratteristiche dei combustibili, le condizioni meteo e gli indici di rischio, la meteorologia a larga scala,l’orografia, e attraverso la valutazione  dei fattori dominanti (vento, pendenza, esposizione e combustibili) prevedere l’evolversi dell’incendio e la pericolosità per le persone e le strutture sul territorio.

Formazione fuoco prescritto in Toscana

Preme infine ricordare quanto il “fuoco prescritto” rappresenti una grande opportunità formativa e addestrativa. È infatti attraverso questa tecnica di selvicoltura preventiva che si addestra, su scenari reali, il personale addetto all’uso del controfuoco, del fuoco tecnico e le squadre GAUF (gruppo addetti all’uso del fuoco). Senza dimenticare che questa pratica permette di realizzare una prevenzione strutturale integrata alla pianificazione territoriale.

E’ auspicabile la partecipazione attiva di figure operative del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ai corsi di formazione erogati dalle regioni congiuntamente al personale degli enti e del volontariato, al fine di pervenire ad una più concreta integrazione, acquisire terminologie e metodi comuni e migliorare la sinergia tra i vari operatori. Un elemento che ancora oggi manca è la programmazione. Molte delle figure sopra elencate hanno la necessità di partecipare ad un vero e proprio percorso formativo che abbia l’obiettivo di creare, a medio-lungo termine, figure tecniche di elevato profilo professionale con un approccio più moderno nell’ottica di una pianificazione e di obiettivi chiari. Il cambiamento in atto presso alcune realtà regionali è un primo segnale positivo.

Info Autori

Luca Tonarelli
Dottore Forestale e Dottore in Attività di Protezione Civile | Altri Posts

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