EDITORIALE: Chi guiderà la politica forestale nazionale?
E va bene, il Corpo Forestale dal primo gennaio non ci sarà più, confluisce nei carabinieri. Non ci è ancora chiaro se, sul berretto, dall’aquila si passerà alla fiamma e sulla giacca dalla stella a cinque punte agli alamari, e neanche di che colore saranno i fuoristrada. Ma, sarete anche voi d’accordo, si tratta di cose che non suscitano molti grattacapi. Tanti auguri a chi indosserà le nuove divise, continueranno sicuramente a far bene il loro dovere anche nella Benemerita.
Qualche preoccupazione la può invece destare l’incertezza su chi guiderà la nuova politica forestale nazionale. Ci sarà una task-force ministeriale di alta qualificazione in grado di gestire le importanti questione che riguardano il ruolo sempre importante rappresentato dalle foreste nel quadro della politica ambientale e della bio-economia europea?
Chi si occuperà, con le dovute competenze (adeguato profilo scientifico-tecnico, conoscenze delle lingue, capacità diplomatiche, rete di rapporti, ecc.) della negoziazione e dell’implementazione degli accordi internazionali europei? Chi potrà sostenere la causa dell’importanza di procedure periodiche di inventariazione per un pieno riconoscimento del ruolo delle foreste nella mitigazione del cambiamento climatico? Chi favorirà il necessario coordinamento fra gli indirizzi nazionali e locali? Chi affronterà il problema delle linee di indirizzo per il mercato forestale volontario del carbonio? Chi maneggerà lo spinoso punto della difesa del patrimonio genetico forestale e della ristrutturazione/tracciabilità della filiera vivaistica? Chi sosterrà la necessità di adeguate campagne informative per stimolare una presa di coscienza dell’opinione pubblica sull’importanza della foresta, al di là dei quattro stereotipi che girano? Chi promuoverà, per dar forma a tutto questo, una nuova legge forestale nazionale in cui possano essere integrare i temi della biodiversità, della protezione del suolo, dell’antincendio, nell’ambito della pianificazione forestale?
Le ultime notizie (pre-referendum…) erano positive e davano per quasi certa l’istituzione, presso il Mipaaf, di una direzione “foreste”. Aspettiamo fiduciosi che una soluzione soddisfacente arrivi anche col nuovo governo Gentiloni. Se non sarà così, sarà nostro dovere lamentarcene.
(pubblicato su: Forest@ – Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale – doi: 10.3832/efor0079-013)
Info Autori
SAFE - Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali
Università degli Studi della Basilicata