È finita l’era del legno?

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Ho la fortuna di aver letto le precedenti note scritte da emeriti colleghi ed esperti del settore (Legno e Società), e nonostante la mia totale e ormai cronica confusione, sono persuaso che l’era del legno stia volgendo al termine, almeno nell’accezione del legno massello. Qualcuno potrebbe obiettare che sono fuori strada ma, nelle righe successive, proverò a spiegare meglio cosa intendo con questo titolo un po’ provocatorio, richiamando alcune ricerche che vanno nella direzione della “destrutturazione” della materia prima, ricomponendola poi in base alle esigenze industriali, soprattutto nel settore delle costruzioni, come, peraltro, evidenziato da Scotta nel suo precedente editoriale.

Di una cosa sono sicuro, il legno, negli ultimi tempi, è “tirato per la giacca” da diversi ambiti: dall’industria del settore, dai produttori di energia e, persino, da quelli che vorrebbero attribuirgli una totale ma dubbiosa neutralità climatica a prescindere dalle trasformazioni che subisce nei processi industriali.

Di sicuro nuovi fattori alimentati dalla crisi climatica hanno agito da forte stimolo all’interesse e, in un contesto di offerta limitata di foreste produttive, i governi, il pubblico e gli investitori riconoscono sempre più che la selvicoltura e la filiera foresta-legno possono avere un ruolo chiave da svolgere nella lotta al cambiamento climatico.

Ma chi decide se il legno e le foreste debbano essere riserva o risorsa?

Come trovare l’equilibrio in un’ottica di mercato che vede paesi emergenti come Cina, Brasile e India, incrementare fortemente la loro domanda di mercato nel settore del legno e dei derivati?

Come impedire che lo scenario dell’incremento dei tagli previsto nei prossimi decenni possa rappresentare un pericolo per l’integrità delle foreste (Tian et al. 2018)?

Pensiamo oltre: il 2050 è domani. Crediamo in un aumento delle superfici forestali? Crediamo in una diminuzione della popolazione? Crediamo in una diminuzione dell’impronta ecologica del mondo industriale?

Ma allora di quale legno stiamo parlando?

Di una cosa sono abbastanza certo: dire legno non vuol dire niente. Ce ne sono diverse di specie arboree, più di 70.000, ognuna con le sue caratteristiche. È come dire compro una macchina, o un computer. Per il legno è lo stesso. Il discorso relativo al legno ingegnerizzato, ad esempio, è tutto un altro mondo. Le differenze, anche in termini di impronta ecologica, sono enormi e qualche ricercatore ha già provato da tempo a spiegarlo (Ramage et al. 2017). Di sicuro, ad un aumento delle trasformazioni del materiale corrisponde un aumento di valore aggiunto del prodotto ma anche un maggiore consumo di energia.

Consumo energetico del processo

Un recente articolo di Rowell (2021) non fa che aumentare la mia confusione. L’autore asserisce, trovandomi d’accordo, che ci sono molte idee sbagliate sul legno. Innanzitutto, il materiale “legno” in senso generale, può essere sempre considerato rinnovabile, sostenibile e naturale? Potrebbe non essere vero in senso stretto. Il legno proviene sì da fonte rinnovabile e sostenibile (alberi) ma di per sé non lo è, perciò dovremmo concentrarci sul mantenimento della salute delle nostre foreste se vogliamo parlare di sostenibilità e magari concentrarci sulla riciclabilità, più che sulla rinnovabilità, del legno. Inoltre, possiamo anche sostenere che si tratti di un materiale naturale e allora dovremmo accettare che esso sia degradabile poiché la natura è programmata per degradare il legno e restituirlo al ciclo della vita attraverso processi chimici. L’autore si spinge oltre: chiamiamo il legno un materiale ma, in una definizione di scienza dei materiali, non lo è poiché le sue proprietà non sono uniformi, coerenti, prevedibili e riproducibili.

Nel frattempo cosa sta succedendo a livello industriale e di ricerca scientifica? Perché scrivevo all’inizio che l’era del legno rischia di volgere al termine?

L’industria (arredo, costruzioni, ecc.) utilizza il legno massello in misura ridotta, per il resto si tratta di prodotti ingegnerizzati che eliminano i difetti naturali del legno rendendo il prodotto più omogeneo (classico esempio sono le travi LVL o i pannelli truciolari). L‘uso del legno massello, di assoluto prestigio, è ormai marginale e di nicchia, niente a che vedere con il largo uso che se ne faceva in passato.

La ricerca di alto profilo compie, invece, passi da gigante orientandosi verso prodotti ottenuti o da estrusione (profili, bioplastiche, persino case abitabili da stampa 3D), nei quali le caratteristiche si mostrano omogenee e riproducibili, oppure ad altissimo valore aggiunto (conduttori, membrane porose, gel, nuovi materiali per le automotive o per il settore medico). Anche per la produzione di carta si va verso la generazione in laboratorio della cellulosa (Hansen et al. 2022). L’industria e la ricerca avanzata corrono velocissime!

In uno scenario produttivo in continua evoluzione, con reali rischi di greenwashing, dobbiamo comprendere che tipo di percorso sia necessario intraprendere con la consapevolezza che nuove competenze e percorsi formativi multidisciplinari saranno strumenti necessari per il futuro che ci attende. Questa è una sfida cruciale anche per noi ricercatori.

Bibliografia

Tian, X., Sohngen, B., Baker, J., Ohrel, S., & Fawcett, A. A. (2018). Will US forests continue to be a carbon sink? Land Economics94(1), 97-113.

Rowell, R. M. (2021). Understanding wood surface chemistry and approaches to modification: A review. Polymers13(15), 2558.

Ramage, M. H., Burridge, H., Busse-Wicher, M., Fereday, G., Reynolds, T., Shah, D. U., … & Scherman, O. (2017). The wood from the trees: The use of timber in construction. Renewable and Sustainable Energy Reviews68, 333-359.

Hansen, E., Beckwith, A., Lancaster, C., & Leavengood, S. (2022). Reviewed commentary: factory-grown wood, the future of forestry? Wood and Fiber Science54(3).

Gan, W., Chen, C., Giroux, M., Zhong, G., Goyal, M. M., Wang, Y., … & Hu, L. (2020). Conductive wood for high-performance structural electromagnetic interference shielding. Chemistry of Materials32(12), 5280-5289.

Li, T., Chen, C., Brozena, A. H., Zhu, J. Y., Xu, L., Driemeier, C., … & Hu, L. (2021). Developing fibrillated cellulose as a sustainable technological material. Nature590(7844), 47-56.

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SAFE, Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali

Luigi Todaro

SAFE, Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali

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