Nazioni Unite e lotta ai cambiamenti climatici: la COP26

Dal 1 al 12 novembre la Scozia ospiterà il vertice mondiale dell’ONU sui Cambiamenti Climatici. Questo evento è particolarmente importante perché le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici sono ormai tangibili e non è prevista una immediata inversione di tendenza. Da quasi trenta anni l’ONU riunisce i Paesi partecipanti in vertici mondiali su queste tematiche chiamati COP (Conferenza delle Parti). Quest’anno avrà luogo la ventiseiesima conferenza, per questo motivo chiamata COP26.

La COP26 avviene in un momento in cui oltre il 99% degli esperti è concorde nell’identificare le attività umane quali cause inequivocabili del cambiamento climatico. Questo attribuisce un valore fondamentale alle decisioni e agli accordi che seguiranno questo vertice.

Gli obiettivi della COP26 sono principalmente 4:

  • azzerare le emissioni nette a livello globale entro il 2050 e puntare a limitare l’aumento delle temperature medie globali a fine secolo 1,5°C in più rispetto all’epoca preindustriale;
  • investire sulle strategie di adattamento per la salvaguardia delle comunità e degli habitat naturali;
  • mobilitare adeguati finanziamenti per il clima a vantaggio dei paesi in via di sviluppo, come promesso negli accordi passati;
  • incentivare la cooperazione internazionale volta alla finalizzazione del “Libro delle regole” e rendere operativo l’Accordo di Parigi. 

Secondo il più recente rapporto dell’ONU, gli impegni globali di riduzione delle emissioni da parte degli Stati che hanno sottoscritto l’accordo di Parigi non sono ancora sufficienti per garantire il raggiungimento degli obiettivi allora concordati, e porteranno il mondo a un riscaldamento medio globale di oltre +2.7 gradi nel 2100. Ciascuno dei Paesi che parteciperanno ai negoziati è chiamato ad aumentare il proprio livello di ambizione climatica, e il ruolo delle foreste sarà cruciale, data la loro centralità per adattamento e mitigazione rispetto ai cambiamenti climatici.

In particolare per il settore forestale sarà fondamentale intraprendere tutte quelle iniziative volte a facilitare la definizione di un’agenda per regolamentare e finanziare interventi diretti e indiretti, a partire dai nuovi accordi sui mercati internazionali della CO2, che erano entrati in fase di stallo alla precedente COP25 di Madrid.

Attraverso investimenti nelle energie rinnovabili potrà essere affrontato il tema molto controverso delle biomasse forestali per la produzione di calore e energia elettrica, un settore molto delicato per le sue possibili implicazioni sulla salute pubblica, la biodiversità, la conservazione degli ecosistemi forestali stessi. Importantissime poi saranno le decisioni in termini di riduzione della deforestazione, fenomeno che in Europa è contenuto ma che l’Europa stessa può contribuire a limitare regolamentando le importazioni di beni a rischio dai paesi in via di sviluppo. 

Un altro pilastro della COP26 nel settore forestale sarà la protezione e il ripristino degli ecosistemi, così come la realizzazione di sistemi di produzione agro-forestale più resilienti. Entrambe queste azioni avranno bisogno di un alto livello di conoscenze scientifiche in tema di selvicoltura e di ecologia forestale, in modo da poter migliorare lo stato di conservazione delle nostre foreste adattando la loro gestione al mutamento del clima.

Nei prossimi giorni e per tutta la durata della COP26, su questa pagina, SISEF seguirà da vicino i negoziati e li accompagnerà raccontando ai suoi lettori gli aspetti principali del rapporto strettissimo tra crisi climatica e foreste, con una finestra sulle ricerche più recenti della scienza forestale italiana.

Seguite il nostro #SISEFperCOP26!

Info Autori

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Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DISAA)
Università degli Studi di Milano

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