Foreste, servizi naturali e certificazione nel Recovery Plan EU

Credo che il 2021 sarà l’anno in cui il mondo volterà pagina, in favore del nostro Pianeta” ha detto la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, lo scorso 11 gennaio all’apertura dei lavori del One Planet Summit di Parigi. “Quando perdiamo foreste, non perdiamo solo spazi verdi o habitat naturali. Perdiamo un alleato fondamentale nella nostra lotta al cambiamento climatico. Quando le temperature aumentano e la natura scompare, subiamo più disastri naturali e malattie zoonotiche”.

La centralità del ruolo delle foreste in risposta alle sfide lanciate dalla crisi climatica è ormai indiscutibile ed anzi, ha assunto maggior urgenza a seguito della pandemia scoppiata nel 2020 e con cui stiamo ancora facendo i conti. Sul piano istituzionale europeo, il dibattito sugli scenari post-Covid ha fatto sì che la centralità della gestione delle risorse forestali entrasse di diritto nel piano di rilancio noto come Recovery Plan.

Questo piano deve necessariamente considerare non solo quantità, ma anche – e soprattutto – qualità delle aree forestali in Europa, focalizzandosi sulla gestione responsabile come strumento per garantire foreste sane, in grado di produrre benefici materiali (legno, carta, prodotti forestali non legnosi) e immateriali (culturali e di regolazione). I Servizi Ecosistemici o naturali sono definibili come i benefici che si ottengono dalle aree forestali, e forniscono alla società un’ampia gamma di utilizzi come fonti di acqua potabile, produttività del suolo e fissazione del carbonio.

In questo contesto si inserisce la verifica dei servizi ecosistemici, procedura creata dal Forest Stewardship Council (FSC) che permette di misurare gli impatti positivi della gestione forestale responsabile su 5 fattori (acqua, CO2, suolo, biodiversità e funzioni turistico-ricreativi e culturali) normalmente non considerati all’interno delle transazioni economiche collegate alle filiere forestali. In linea con gli obiettivi individuati dal Recovery Plan, la verifica e quantificazione di questi impatti positivi mira a facilitare forme di rewarding, riconoscendo l’apporto dei gestori forestali e sponsor privati che si impegnano a preservare queste aree.

Come funziona la procedura per la certificazione dei Servizi Ecosistemici
La procedura FSC sui servizi ecosistemici fornisce nuovi strumenti per rafforzare gli incentivi per la salvaguardia delle foreste e dei servizi naturali connessi e permette di:

  • verificare gli impatti attraverso un approccio globale, che le realtà certificate FSC possono utilizzare per dimostrare l’impatto delle loro attività forestali, attraverso audit di parte terza indipendenti;
  • promuovere il proprio impegno, fornendo a Governi, investitori, sponsor privati e aziende la possibilità di verificare e comunicare il proprio impegno nel miglioramento e conservazione delle aree forestali.

Per dimostrare l’impatto delle attività di gestione forestale sui servizi ecosistemici, l’organizzazione o il gestore forestale devono implementare uno screening diviso in sette fasi, alla fine del quale verrà valutato e quantificato l’impatto positivo delle attività di gestione sui servizi stessi.

  • Definizione del/dei servizio/i osservati (CO2, acqua, suolo, biodiversità, servizi ricreativi);
  • Descrizione della condizione attuale e delle condizioni pregresse all’osservazione; beneficiari del servizio; potenziali criticità o minacce al mantenimento del servizio ecc.
  • Definizione dell’impatto attraverso un approccio del cambiamento (Quale servizio stiamo cercando di migliorare/restaurare? Quali attività devono essere messe in campo per raggiungere questo obiettivo?);
  • Individuazione degli output che permettono di quantificare gli impatti positivi delle attività di mantenimento/conservazione dei servizi naturali (come ad esempio estensione della copertura forestale, qualità dell’acqua ecc);
  • Definizione delle metodologie per calcolare gli impatti;
  • Misurazione degli indicatori e comparazione dei dati (benchmark con rilievi precedenti);
  • Descrizione dei risultati.

A oggi l’Italia è il secondo Paese a livello mondiale, ed il primo a livello europeo, ad aver ottenuto tale riconoscimento, coinvolgendo più di 50 proprietari forestali e sette organizzazioni sia pubbliche che private, per un totale di circa 54.000 ettari.

Tra queste, il Gruppo Waldplus, un’associazione di piccoli proprietari forestali con più di 2.700 ettari sparsi in quattro regioni (Veneto, Lombardia, Emilia – Romagna e Trentino – Alto Adige), che hanno deciso di verificare gli impatti delle proprie pratiche su tutti e 5 i servizi naturali. Altre realtà come l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e Foreste della Regione Lombardia (ERSAF), hanno verificato il mantenimento della qualità delle acque, realizzando attraverso pratiche di gestione forestale responsabile un piano per la conservazione di 30 sorgenti ad uso potabile. Agris Sardegna – l’agenzia della Regione Sardegna per la ricerca scientifica, la sperimentazione e l’innovazione tecnologica, ha registrato come interventi di rimboschimento su suoli vulnerabili e miglioramenti della copertura arborea, uniti alla manutenzione di sorgenti e pozzi, possano portare ad un miglioramento della capacità di infiltrazione, ricarica e deflusso della falda freatica. Oltre a Waldplus, ERSAF e Agris Sardegna, altre realtà hanno deciso di impiegare la verifica FSC per la quantificazione degli stock di carbonio o per definire la qualità delle attività turistico-ricreative nelle proprie aree forestali; tra queste, l’Unione dei Comuni Valdarno e Valdisieve (FI), la Magnifica Comunità di Fiemme (TN) e le aziende private Rosa Anna e Rosa Luigia (MN) e Maria Luisa Rosseghini (CR).

Info Autori

Ilaria Dalla Vecchia
Responsabile tecnico per la gestione forestale FSC | Altri Posts
Alberto Pauletto
Communications Manager - FSC Italia | Altri Posts

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