Il futuro è nel legno

Estratti industriali di tannino – Immagine di Gianluca Tondi

Considerando prioritaria la riduzione della dipendenza dal petrolio, e volendo cercare di mantenere gli stessi privilegi a cui ci siamo abituati negli ultimi decenni, risulta evidente che abbiamo bisogno di attingere ad altre risorse per ottenere materiali ed energia.

In questo contesto le bio-risorse sono in prima fila ed il legno in primissima perché, non solo già di per sé è un materiale altamente performante sia per l’edilizia che per l’industria del mobile, ma anche i suoi derivati incollati tra cui i pannelli di fibra, truciolari, compensati e il legno lamellare, sono esempi di materiali funzionali, economici e fortemente “green”.

Ma non solo: se andiamo a guardare questo materiale in profondità, riconosciamo che il legno è anche chimica ed i suoi derivati diretti come la cellulosa, le emicellulose e la lignina offrono interessanti applicazioni che vanno dall’industria cartaria alle bioraffinerie. Ma c’è ancora di più: gli alberi producono quantitativi variabili, ma non trascurabili, di estrattivi che sono una preziosa fonte di molecole e prodotti. Questi trovano spazio in settori economici chiave come il conciario, l’agro-alimentare e l’industria farmaceutica.

In Italia, diverse realtà industriali si basano sull’estrazione del tannino di castagno e in questo momento stanno soffrendo, oltre agli effetti della pandemia, anche la crisi del mercato calzaturiero. Eppure queste realtà presentano tecnologie di estrazione e di recupero di prodotti da fonte rinnovabile molto avanzate e, di fatto, sono già prototipi di bioraffineria.

Il tannino non serve solo come conciante, ma è anche un estratto che può essere utilizzato come antiossidante naturale in enologia, in cosmetica, nell’industria animale e farmaceutica.  Inoltre la sua natura polifenolica lo rende appetibile anche per la sintesi di bio-plastiche.

Studi recenti su tannini esotici hanno dimostrato che è possibile produrre materiali di altissimo valore tecnologico come adesivi, schiume isolanti e perfino aerogel, mostrando ottime performance pur mantenendo una connotazione naturale.

Gli adesivi a base di tannino sono noti da decenni ormai ed hanno mostrato ottime capacità incollanti anche senza formaldeide, eppure non riescono a spuntarla sull’affidabilità e il basso costo delle più comuni resine Urea-Formaldeide. Nonostante ciò, le formulazioni tanniche restano una valida alternativa nel caso politiche ambientali ulteriormente stringenti siano considerate necessarie.

Le schiume di tannino sono un prodotto più recente che sfrutta la reazione del tannino con l’alcol furfurilico (derivato furanico ottenibile dall’idrolisi delle emicellulose) per produrre materiali porosi leggeri (sui 50 kg/m3) con eccellenti caratteristiche di isolamento termico (35 mW/m∙K) ed una notevole resistenza al fuoco. Queste schiume sono tutt’oggi uno dei pochi materiali che possa competere con le resine poliuretaniche che dominano il mercato dell’isolamento termico. 

Infine gli aerogel, ovvero materiali ultraleggeri (fino anche circa 1 kg/m3) con proprietà estreme. Questi materiali sono eccezionalmente performanti per la loro capacità di carico e per la loro ridottissima conducibilità termica e quindi costantemente monitorati dall’industria aerospaziale e per prodotti high-tech: in chimica come supporto per catalizzatori, in fisica delle particelle come detector ed in elettronica come super-condensatore.

Abbiamo dunque a disposizione un derivato naturale, che può essere modificato ed adattato per una vasta gamma di utilizzi. Ad oggi, pensare a bio-plastiche ed imballaggi attivi al tannino non è più così futuristico e questa linea investigativa potrebbe contribuire a rilanciare l’industria del tannino e l’intera filiera del legno.

Il futuro è nel legno, non lasciamocelo scappare!

Gianluca Tondi

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