Emergenza caldo, così le città si ritrovano piazze nuove di zecca, ma senza alberi né riparo. 

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Una riflessione del Prof. Giovanni Sanesi, GdL Verde Urbano, alla lettura dell’articolo “Emergenza caldo, così le città si ritrovano piazze nuove di zecca, ma senza alberi né riparo. I casi più eclatanti a Roma e Milano: “Soluzioni non lungimiranti” uscito su Il Fato Quotidiano firmato Luisa Gaita

‘Piazze senza alberi’ è un qualcosa di surreale in un contesto di cambiamento climatico e di ‘surriscaldamento’ delle nostre città.

Bisogna però chiarire che non basta la presenza di qualche albero per potere garantire un’efficace strategia di adattamento climatico. Le immagini satellitari e le mappe termiche delle città italiane in questa estate evidenziano una crisi crescente dei nostri ecosistemi urbani con aree verdi, specie quelle con poca vegetazione arborea, che si comportano, dal punto di vista termico,  alla stregua di aree asfaltate.

Sono necessarie, pertanto, alcune riflessioni. Innanzitutto, è necessario pensare al cambiamento climatico nella doppia prospettiva del riscaldamento e della concentrazione delle piogge come è avvenuto anche in questo inizio di estate  nel giro di pochi giorni.  Dobbiamo progettare  ecosistemi sistemi urbani in  grado di raffrescare, ma anche di potere ricevere e riutilizzare le precipitazioni atmosferiche.   Pertanto non solo città più verdi, ma anche con suoli più permeabili e integrati con sistemi di drenaggio urbano sostenibile  (SUDS). Questo significa ragionare in una prospettiva suolo/albero con la capacità naturale di questo ecosistema  di trattenere, infiltrare o gestire l’acqua piovana, evitando bruschi e pericolosi aumenti dei deflussi.

Quando si fa riferimento all’aumento del verde bisogna  declinarlo soprattutto con l’incremento della biomassa arborea in grado di traspirare e ombreggiare. Da questo discende l’importanza di adottare nuovi criteri ed indicatori per il monitoraggio del verde urbano. La città di Melbourne è ormai da più di decennio che si è dotata di una piano di contrasto al cambiamento climatico che prende in considerazione questi principi con efficaci risultati.

Realizzare città con più alberi vuole dire creare infrastrutture verdi al cui interno prevedere veri e propri rifugi climatici; questi rifugi oltre ad essere caratterizzati da alberi dovrebbero avere una serie di servizi quali: fontanelli d’acqua potabile, locali al chiuso dotati di sistemi di raffrescamento e di servizi bar, bagni pubblici, eventuale punto di prima assistenza. I rifugi climatici dovrebbero essere connessi attraverso viali alberati e comunque collegati con il sistema di trasporto urbano.

Una strategia all’adattamento climatico non può prescindere da un sistema di monitoraggio delle temperature della città in grado aggiornare i dati almeno su base oraria e di generare ‘allerte caldo’ anche per zone differenziate della città. Allo stesso tempo, la gestione sostenibile del verde urbano deve prevedere il monitoraggio del verde e delle alberature urbane anche attraverso criteri e buone pratiche per le sostituzioni quando si rendono necessarie.

Info Autori

Giovanni Sanesi
Dipartimento Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti, Università di Bari |  Altri Posts

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