I diversi tipi di incendi
Nella descrizione degli eventi naturali, laddove possibile, si utilizzano scale. Una rapida ricerca su Internet consente di identificarne almeno 15 (Saffir Simpson per i cicloni tropicali; Beaufort per il vento; Douglas per la forza del mare; Mercalli, Richter, MW per i terremoti; fino alle meno note Torro per la grandine, Cruden e Warnes per le frane, VEI per l’esplosività dei vulcani, Hungr per l’intensità delle frane e così via).
Il loro impiego permette di posizionare le manifestazioni di un evento all’interno di una scala convenzionale di valori: così un terremoto di valore 1,5 nella scala Richter appare poco più che un fatto strumentale, mentre uno di grado 7,0 già anticipa, nel suo valore numerico, immagini apocalittiche e drammatiche di devastazione di intere comunità. Con mare forza 6 e 7 è imprudenza fatale fare il bagno in mare.
Nel campo degli incendi non mancano scale di riferimento, per esempio quella dell’indice di pericolo FWI e della stabilità atmosferica di Haines. Vi sono anche scale di comportamento, tutte di derivazione canadese o statunitense che benché note in letteratura, sono di fatto ignorate in Italia, dove le descrizioni degli incendi sono prevalentemente di tipo qualitativo e descrittivo. Per definire i singoli eventi si usa una vecchia classificazione, largamente accettata, che distingue gli incendi in funzione del combustibile in cui essi si propagano, di fatto una classificazione per comportamento.
Essa distingue gli incendi in tipi:
- radente o di superficie: si propaga nel sottobosco della foresta, consumando la lettiera, i cespugli, le erbe ed i detriti morti; si può diffondere anche in formazioni cespugliose, nei prati e nei pascoli;
- di chioma: si propaga dalla cima di un albero all’altra. il più delle volte è l’incendio di superficie che scatena l’incendio di chioma, laddove una continuità verticale dei combustibili consente al fuoco di inerpicarsi sui tronchi;
- sotterraneo o di suolo: si propaga all’interno della lettiera e dell’humus, nello strato che copre il suolo minerale. Avanza molto lentamente, ma può essere molto grave perché danneggia l’apparato radicale delle piante. Non vi sono manifestazioni visibili di fiamme.
Questa classificazione non consente differenze sostanziali, soprattutto in termini di comunicazione durante gli eventi ed in fase di allarme in cui è importante avere contezza della grandezza e gravità dell’incendio. Pertanto una classificazione completa non può prescindere dalla indicazione dei fondamentali parametri di comportamento (altezza o lunghezza di fiamma in m, intensità espressa in kWm-1, velocità di propagazione in kmh-1, distanza di insorgenza di fuochi secondari in km dal fronte ) che consentono una valutazione oggettiva dell’evento.
Una recente classificazione degli incendi (Tedim et al. 2018) fornisce parametri quantitativi e manifestazioni visibili di comportamento per tutti gli incendi non solo fino al limite della cosiddetta capacità ci controllo (internazionalmente stabilita in 10,000 kWm-1), cioè le quattro categorie o tipi di eventi descritti dalla classificazione di Alexander e Lanoville (1989) e Alexander & Cruz (2019) a cui si aggiungono 3 categorie che si spingono oltre il valore di 100,000 kWm-1. Di fatto essa è all’attualità l’unica a classificare di eventi estremi (categorie 5,6,7), quelli cioè a carattere piroconvettivo (con formazione di pirocumulonembi CB), caratterizzati da intensità estrema, alta velocità di propagazione, consistente attività di fuochi secondari (Tab.1).
Bibliografia
1) Alexander ME, Cruz MG Fire intensity 2019 in S. L. Manzello (ed.), Encyclopedia of Wildfires and Wildland-Urban Interface (WUI) Fires, Springer nature, Switzerland https://doi.org/10.1007/978-3-319-51727-8_52-1
2) Alexander ME, Lanoville RA (1989) Predicting fire behavior in the black spruce-lichen woodland fuel type of western and northern Canada. Forestry Canada, Northern Forestry Centre/Government of Northwest Territories, Department of Renewable Resources, Territorial Forest Fire Centre, Edmonton/Fort Smith
3) Tedim, F., Leone, V., Amraoui, M., Bouillon, C., Coughlan, M., Delogu, G., Fernandes, P., Ferreira, C., McCaffrey, S., McGee, T., Parente, J., Paton, D., Pereira, M., Ribeiro, L., Viegas, D., & Xanthopoulos, G. (2018). Defining Extreme Wildfire Events: Difficulties, Challenges, and Impacts. Fire, 1(1), 9. https://doi.org/10.3390/fire1010009