Eventi climatici estremi e bilancio del carbonio: il caso Vaia

La tempesta Vaia ha avuto e continua ad avere importanti implicazioni ecologiche e socio-economiche nelle aree più colpite, e non solo. Ma, quali sono stati gli effetti sul bilancio complessivo di carbonio delle foreste italiane? Un recente studio ha dimostrato che il sequestro di carbonio a livello nazionale nel 2018 si è probabilmente ridotto del 4% rispetto a uno scenario di gestione ordinaria. Ciò tiene conto del fatto che il carbonio sottratto alla biomassa vivente è stato in gran parte trasferito a legno morto e lettiera. Negli anni immediatamente successivi, tuttavia, tale riduzione può essere più che compensata dal recupero di parte della biomassa abbattuta (ovvero dalla rimozione del legno a terra dopo un disturbo, definita salvage logging) e quindi dalla maggiore quantità di carbonio che potrebbe essere immagazzinata nei prodotti legnosi. Se tale quantità fosse interamente processata a livello nazionale, nel 2022 il bilancio complessivo del carbonio assorbito dall’intero comparto forestale italiano potrebbe addirittura risultare superiore dell’8% rispetto a uno scenario di gestione ordinaria. Da tale quantità andrà tuttavia sottratto il legname esportato e lavorato direttamente in altri paesi. 

Il modello applicato in questo studio, e qui sintetizzato in figura, riproduce la complessità dei flussi di carbonio fra bosco e atmosfera (frecce blu), e fra i serbatoi forestali (carbon pools, per ciascuno dei quali viene riportata anche la relativa frazione di biomassa), partendo dalla biomassa vivente (in verde, ulteriormente distinta in fusto, biomassa ipogea e altre componenti epigee), transitando poi a legno morto e lettiera (SOM), per giungere infine al suolo (box arancioni).

Oltre a questo, il modello simula e quantifica gli effetti indotti dalle utilizzazioni (frecce rosse) legate sia alle pratiche gestionali ordinarie che a disturbi naturali (incendi e tempeste), non solo sui tradizionali carbon pools ma anche sul carbonio accumulato nei prodotti legnosi (box nero) e di qui gradualmente rilasciato in atmosfera attraverso il progressivo decadimento del legno.

Dati più accurati potranno certamente migliorare tale analisi, ma per comprendere il potenziale di mitigazione dei boschi italiani nel breve-medio periodo – e quindi migliorare le nostre strategie di gestione e contrasto ai cambiamenti climatici – appare fondamentale l’utilizzo di complessi strumenti di modellistica forestale, quali quelli utilizzati in questo studio, capaci di integrare dati inventariali, assestamentali e telerilevati, raccolti sia su scala locale che nazionale. 

Info Autori

Roberto Pilli
Freelance | Altri Posts
Matteo Vizzarri
Joint Research Centre (JRC), European Commission | Altri Posts
Università degli Studi di Firenze | Altri Posts

Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI)
Università degli Studi di Firenze

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