È meglio un albero di Natale vero o uno finto?
In prossimità dell’8 dicembre, è una domanda che si fanno in molti e questo rende il Natale un buon momento per ricordare l’importanza degli alberi e della loro corretta gestione.
Sebbene in molti ritengano che gli alberi di plastica siano più ecologici, in quanto permettono di salvare alberi veri da un destino quantomeno incerto, almeno in Italia la realtà è solitamente un’altra. Lo spiega per la SISEF il collega Gherardo Chirici, Professore di Assestamento Forestale e Selvicoltura presso l’Università di Firenze.
Qual è la scelta più corretta?
È di gran lunga più ecologico e sostenibile acquistare alberi di Natale veri e non di plastica. Nessuna foresta viene danneggiata se compriamo un albero di Natale. Severi regolamenti dettano le norme sulla loro coltivazione e i Carabinieri Forestali vigilano con attenzione sul loro rispetto.
Gli alberi di Natale che si trovano in vendita sono quindi affidabili da questo punto di vista?
In commercio ce ne sono di due tipi: con o senza radici.
Quelli con radici e pane di terra non vengono da boschi, ma da apposite piantagioni, esattamente come ogni altra coltivazione agricola. Normalmente si tratta di abeti rossi (Picea abies), diffusi in Italia soprattutto sulle Alpi orientali, altrimenti sono abeti bianchi (Abies alba) che vivono sia sulle Alpi che in Appennino. Nella tradizione centro-europea l’albero di Natale è l’abete bianco (il tannebaum della famosa canzone) mentre nelle Alpi e, più in generale, in Italia è più utilizzato l’abete rosso. Acquistando questi abeti si contribuisce ad incrementare il reddito delle popolazioni che vivono in aree rurali e si riduce l’impatto sul clima, visto che questi abeti hanno assimilato durante la loro crescita la CO2 atmosferica, a differenza di quelli di plastica che sono invece prodotti con l’emissione di CO2. Cerchiamo anche di usare alberi che provengono da boschi vicini, devono essere per questo accompagnati da un cartellino che ne testimoni la provenienza.
E il secondo tipo?
Quelli senza radici: i “cimali”, ovvero le cime di alberi che sono stati tagliati in bosco per produzione legnosa. Il più delle volte l’albero è stato tagliato per fare dei diradamenti, sempre nel rispetto di severe norme su cui vigilano i Carabinieri Forestali. Il cimale, che in genere ha scarso valore, viene lasciato a terra in bosco o triturato per produrre il pellet che brucia nelle stufe. Tanto vale usarlo per farci un bell’albero di Natale!
E anche in questo caso si può definire una scelta ecologicamente corretta?
Sì, se compriamo un cimale aiutiamo le foreste perché contribuiamo ad aumentare il reddito degli operatori del settore. Un settore, quello forestale, che in Italia ha alti costi e bassi redditi. Un reddito aggiuntivo a chi vive dei boschi permette una gestione più sostenibile di questa importantissima risorsa.
E dopo il Natale che cosa ne facciamo dell’albero?
I cimali senza apparato radicale non hanno possibilità di restare verdi se non per alcune settimane, per quelli con pane di terra e radici se si riesce a farli sopravvivere tanto meglio, lasciamoli in vaso e riusiamolo l’anno successivo. Si sconsiglia di piantarlo in terra nel proprio giardino se non si è in una zona di montagna in cui gli abeti siano almeno potenzialmente un elemento del paesaggio. Se sopravvivono gli abeti cresceranno molto e possono diventare un problema di difficile gestione. Se il nostro albero non sopravvive usiamone la legna per scaldarci in un caminetto o per farci una grigliata. Oppure se preferiamo possiamo smaltirlo come rifiuto organico (secondo le modalità previste dal proprio comune di residenza), ritornerà humus chiudendo il ciclo. Quello che è assolutamente vietato è piantarlo in aree aperte o in bosco. Oltre ad avere scarsissime probabilità di sopravvivenza determinerebbe un potenziale elemento di inquinamento genetico e un possibile vettore per la diffusione di patogeni alieni che potrebbero attaccare gli alberi locali.
In sintesi, cosa dobbiamo ricordare?
Il bosco è una risorsa rinnovabile. Negli ultimi 50 anni la superficie forestale in Italia è raddoppiata ma attualmente solo il 30-40% del legno che usiamo ogni anno deriva dalle nostre foreste che vengono gestite secondo i criteri della Gestione Forestale Sostenibile. Usare alberi di Natale veri e coltivati in Italia ha un impatto ambientale limitato, sicuramente inferiore all’uso di alberi in plastica, e contribuisce all’economia di un settore economicamente e socialmente importante.
Info Autori
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI)
Università degli Studi di Firenze