HIGHLIGHTS – Gli indicatori microbici come nuovi mezzi per valutare il potenziale delle colture legnose nel sequestro del carbonio organico del suolo e nella valorizzazione delle risorse naturali

Pubblicato su: Forest@ – Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale, vol. 21, pp. 48-54 (2024). [online] URL: https://foresta.sisef.org/contents/?id=efor4610-021&lang=it

È stato svolto uno studio per valutare la possibilità di incrementare la sostanza organica dei suoli coltivati in pianura padana con piantagioni di specie legnose a ciclo breve. A tale scopo, sono stati utilizzati come indicatori i funghi del suolo, essendo i microorganismi con il ruolo più importante nel ciclo del carbonio. I fungi totali, Ascomiceti e i Basidiomiceti, ovvero le due popolazioni fungine di demolitori dei residui organici più diffuse nello strato coltivato, sono stati quantificati con digital PCR, una tecnica che permette di superare le criticità legate ad una concentrazione del DNA fungino nel suolo molto minore di quello batterico. Il contenuto di carbonio organico totale del suolo (TOC), la biomassa microbica e le attività enzimatiche sono aumentate nelle piantagioni legnose rispetto ad un adiacente appezzamento arativo assunto come riferimento in questo studio. Tuttavia, il TOC è amentato in misura diversa tra le specie legnose: Salice bianco (Salix alba L.) e Robinia (Robinia pseudoacacia L.) hanno dato in maggiore incremento in TOC del suolo rispetto all’arativo (+30% e 20%, rispettivamente), seguite da pioppo ibrido (Populus x canadensis) con un incremento più contenuto pari a +12%. Questi incrementi in carbonio organico nel suolo delle tre piantagioni non erano correlati con il volume di legno complessivo prodotto. I funghi totali e gli ascomiceti erano fortemente correlati con la biomassa microbica e il TOC, confermando che possono essere utilizzati come indicatori dei processi di sequestro del carbonio dei suoli coltivati. Al contrario, i Basidiomiceti, tipici dei suoli forestali, non erano correlati né con il TOC né con la massa microbica dei suoli. Il bassissimo livello dei Basidiomiceti nei suoli coltivati ha confermato la grande suscettibilità alle lavorazioni da parte di questo gruppo fungino, mentre il loro aumento di 4 o 5 volte almeno in 15 anni suggerisce quanto importanti siano la non-lavorazione e la copertura legnosa per aumentarne il livello, migliorando così l’equilibrio delle popolazioni fungine dei suoli. Poiché i Basidiomiceti, hanno caratteristiche fisiche e biologiche diverse dagli Ascomiceti, associare il rapporto Ascomiceti:Basidiomiceti alla quantità dei funghi totali e degli Ascomiceti permette di arricchire questi due indicatori nel valutare la potenzialità di specie legnose diverse nell’incrementare qualitativamente e quantitativamente il C dei terreni agricoli con la forestazione a rotazione breve.

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Info Autori

Luisa M Manici
Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'Economia Agraria (CREA), Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente, sede di Bologna
Alessandro Paletto
CREA, Centro di Ricerca Foreste e Legno, Trento
Francesco Caputo
CREA, Centro di Ricerca Agricoltura e Ambiente, sede di Bologna
Flavio Fornasier
CREA, Centro di Ricerca Viticoltura ed Enologia, Gorizia
Enrico Ceotto
CREA, Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura, San Cesario sul Panaro (MO)
Isabella De Meo
CREA, centro di ricerca Agricoltura e Ambiente, Sede di Firenze, Impruneta (FI)

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