Resilienza alla siccità e diradamenti
La parola resilienza è sicuramente tra i termini più usati (e abusati) di questo periodo. Il concetto di resilienza è legato alla ripresa dopo un evento negativo. Rispetto alla semplice resistenza, dunque, qualcosa di più dinamico, attivo.
Il termine resilienza in ecologia ha un significato ben preciso: è la capacità di un organismo o di una comunità di ritornare al suo stato iniziale, dopo aver subito una perturbazione (uno stress in un tempo definito) che ha modificato quello stato. La resistenza invece è la capacità di resistere (cioè di non essere modificati) ad una perturbazione. I due concetti sono quindi ben distinti.
Un tema di grande interesse nelle scienze forestali è la risposta (distinguendo tra resistenza e resilienza) degli alberi alla siccità, un fattore di stress in forte aumento a livello globale a causa dei cambiamenti climatici . Nell’ultimo decennio, centinaia di studi condotti su specie arboree in tutto il mondo hanno valutato quali siano i fattori che influenzano la risposta alla siccità, tra questi la densità degli alberi. Molti ricercatori quindi hanno proposto il diradamento (l’operazione che riduce il numero di alberi in un bosco) come strumento per ridurre gli effetti della siccità.
Ma il diradamento è sempre efficace? Una ricerca recentemente pubblicata ha valutato mediante una meta analisi (ossia un’analisi di dati già pubblicati) se e come la densità del bosco (espressa come area basimetrica per ettaro) influenzi la risposta degli alberi, a livello di accrescimento, alla siccità.
É emerso come, in generale, ridurre la densità aiuti a migliorare la resistenza alla siccità, il che è un’importante conferma dell’utilità dei diradamenti. Tuttavia, diversi studi analizzati non hanno mostrato risultati significativi e alcuni addirittura opposti rispetto a quanto atteso. Per quanto riguarda la resilienza poi, considerando tutti gli studi insieme, non è emerso un risultato significativo. In pratica, non si può concludere che agendo sulla densità degli alberi (per esempio in seguito a diradamento) si abbia generalmente un effetto positivo sulla resilienza a livello di accrescimento.
Foto a sinistra: Rimboschimento di pino domestico non diradato. Foto a destra: bosco di abete bianco e abete rosso sottoposto a diradamento
Il messaggio chiave di questa ricerca è che non esistono “ricette facili” nella gestione forestale. Non si può pensare che il diradamento sia una soluzione universale, sempre efficace e duratura per migliorare la resistenza e la resilienza alla siccità delle foreste. Diradare troppo può creare un ulteriore stress al popolamento, mentre diradare troppo poco non ha un effetto rilevante sulla disponibilità idrica. In ogni caso poi, il diradamento ha un effetto temporaneo in quanto nel lungo periodo gli alberi tendono a rioccupare lo spazio disponibile. Certamente la regolazione della densità può essere uno degli strumenti da adottare per ridurre la competizione tra gli alberi e lo stress idrico, a patto che non si applichi in modo generalizzato ma si consideri caso per caso la migliore opzione selvicolturale.
Info Autori
Daniele Castagneri
Alessandra Bottero
Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Produzione, Territorio, Agroenergia (DISAA)
Università degli Studi di Milano