EFFIS 2019: statistiche, cause e strategie di prevenzione degli incendi forestali in Italia
Il Joint Research Centre (JRC) ha pubblicato -nel novembre del 2020- il 20° rapporto annuale del Sistema Europeo di Informazione sugli Incendi Boschivi (EFFIS). Il documento fornisce informazioni sull’evoluzione del pericolo di incendio nelle Regioni europee e mediterranee, i danni causati dal fuoco e una descrizione dettagliata delle condizioni del fuoco durante la campagna 2019 nella maggior parte dei paesi che fanno parte della rete EFFIS. Questo post vuole essere una sintesi di quanto riportato nel rapporto con particolare riferimento alla situazione italiana.
Indice di pericolo e stato degli incendi nel 2019 in Italia
Per l’Italia, il Fire Weather Index (FWI) o indice del pericolo di incendio è stato leggermente inferiore alla media e corrispondente al 68% del FWI del 2007. Sia il numero di incendi che gli ettari percorsi sono stati maggiori rispetto a quelli dell’anno precedente. Nel periodo invernale, la maggiore incidenza ha interessato le Regioni settentrionali e la Toscana soprattutto a causa di: numerose giornate caratterizzate da forte vento proveniente da nord, alte temperature e scarse piogge. Le regioni più colpite sono state Lombardia, Liguria e Toscana. Nel mese di marzo, la regione più colpita è stata il Piemonte soprattutto a causa dei forti venti e della siccità prolungata che, combinati con le elevate pendenze tipiche dei rilievi alpini, hanno favorito la diffusione degli incendi e fortemente ostacolato le operazioni di estinzione. Dal mese di maggio le regioni maggiormente colpite, sia in termini di frequenza che di superficie percorsa sono state la Sicilia e la Calabria; questo è stato un avvenimento importante in quanto ha significato anticipare in queste regioni la campagna estiva che fino agli anni precedenti si ripeteva in modo abbastanza regolare. A livello nazionale, le aree più colpite sono state le zone di macchia mediterranea situate sulle colline dell’Italia centro-meridionale. Si tratta di aree boscate a prevalenza di leccio e degradate soprattutto a causa di ripetuti incendi e dell’eccessivo pascolamento in aree non adatte alla selvicoltura per fini prettamente produttivi o all’agricoltura estensiva.
Cause degli incendi e punti di innesco
Il 57% degli incendi sono stati causati dall’azione umana. Le altre cause (14%) sono riconducibili per lo più alle pratiche agricole e/o forestali. Circa il 2% degli incendi sono dovuti a cause naturali. Per il restante 27% non è stato possibile individuare una causa certa. Il 41% dei punti di innesco, negli incendi boschivi, sono localizzati all’interno delle foreste. Il 14% degli incendi si innesca in aree coltivate e sottoposte al pascolo. Il 19% dei punti di innesco si trova in aree non coltivate. Il 24% degli inneschi è localizzato nelle vicinanze di reti stradali. Per il restante 2% si tratta di cause non definite e denominate come “altre cause”.
Attività di prevenzione e campagne informative
EFFIS evidenzia alcune importanti iniziative promosse e sviluppate nel 2019 sul tema della prevenzione tra cui un’iniziativa organizzata dalla Regione Toscana in collaborazione con SISEF: un workshop organizzato nell’ambito del progetto PREVAIL che ha visto la partecipazione di oltre 100 partecipanti tra gestori, proprietari e ricercatori di tutta Italia; i risultati sono stati pubblicati all’interno di un numero speciale della rivista Sherwood Foreste e Alberi Oggi dedicato alla prevenzione degli incendi boschivi.
Cambiamento climatico
Il 2019, per l’Italia, è stato il terzo anno più caldo degli ultimi 60 anni dopo il 2018 e il 2015. La temperatura media è aumentata di 1.56°C rispetto ai valori climatici di riferimento del periodo 1961-1990. In particolare, i 3 mesi estivi hanno registrato una temperatura media maggiore di 2.88°C rispetto ai valori climatici degli stessi mesi del periodo di riferimento. Il report evidenzia inoltre e conferma il trend degli ultimi anni che hanno visto 8 degli anni più caldi dal 1961 all’ultimo decennio. Per quanto riguarda le piogge, anche se sono aumentate del 12%, con un’alternanza di mesi piovosi e mesi siccitosi, non sono mancati casi estremi come in Sicilia e Sardegna dove si sono verificati 100 giorni consecutivi senza precipitazioni significative. Marzo è stato un mese critico nelle regioni di Nord-Ovest caratterizzate da piogge inferiori del 60% rispetto alla media del periodo. I mesi di settembre e ottobre sono stati i più critici nelle regioni centrali con una diminuzione delle precipitazioni pari al 50% che, insieme alle alte temperature, rende le condizioni meteorologiche favorevoli al verificarsi di eventi significativi come i grandi incendi. A causa dei forti venti, durante l’inverno si è verificato un gran numero di incendi e vaste superfici sono state percorse dal fuoco soprattutto nelle regioni di Nord-Ovest e in Toscana.
Un aspetto interessante evidenziato nel report è che le aree agricole marginali o abbandonate sono in aumento, determinando aree più adatte al passaggio del fuoco. Per queste ragioni, gli effetti protettivi delle aree coltivate stanno diminuendo; in alcuni casi, al contrario, queste aree possono diventare un veicolo di diffusione più veloce. Nel 2019 si sono verificati più di 60.600 incendi nelle zone rurali.
Strategie di adattamento e pianificazione:
Il report descrive anche la Strategia Forestale Nazionale (SFN) descrivendo le azioni specifiche rivolte non soltanto all’aumento o al miglioramento dell’adattamento delle foreste ai cambiamenti climatici ma anche favorire interventi di gestione forestale su larga scala per la prevenzione agli incendi boschivi e gli eventi naturali estremi. In particolare, la SFN vuole aumentare la prevenzione attraverso misure di pianificazione integrata di pratiche agro-silvo-pastorali attraverso una gestione strategica del combustibile a supporto della lotta agli incendi. Questa strategia consentirà di integrare nella gestione ordinaria delle zone rurali, le azioni rivolte alla riduzione del rischio di innesco e di propagazione riducendo la frequenza e l’intensità degli incendi, facilitando gli interventi operativi di lotta attiva. La SFN inoltre pone in risalto il ruolo strategico del coordinamento istituzionale e delle competenze regionali.
Attività di ricerca rivolte al miglioramento della gestione del fuoco
Nel report sono riportati alcuni progetti e programmi di ricerca a supporto della gestione degli incendi boschivi: 1. il progetto europeo H2020 PREVAIL che analizza l’uso dei programmi di sviluppo rurale per la prevenzione agli incendi boschivi e le buone pratiche per ottimizzare le risorse e ridurre i costi di prevenzione nei Paesi del Mediterraneo; 2. il progetto Italian Tree Walker Network finanziato dal MIUR con il programma PRIN ((Progetti di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale) che studia e analizza le risposte fisiologiche arboree in real time nel comprensorio del Parco Nazionale del Vesuvio; 3. il progetto FORMA che ha condotto rilievi aerei con laser scanner per valutare le risorse forestali pugliesi a supporto dello sviluppo di mappe di modelli di combustibile regionali.
Il report, infine, riporta una serie riferimenti a pubblicazioni scientifiche prodotte nell’anno 2019 e per cui si rimanda al link dove poter scaricare l’intero documento.
Per concludere, il report conferma il ruolo fondamentale che i cambiamenti climatici giocano sulla frequenza e sull’intensità degli incendi, aumentati in numero e in superficie, rispetto all’anno precedente. L’Italia sta sviluppando una strategia nazionale mirata soprattutto alla prevenzione ma anche alla pianificazione integrata delle attività agro-silvo-pastorali. La ricerca, quindi, non si ferma e porta avanti una serie di attività e di progetti mirati al miglioramento delle tecniche di gestione che possano in futuro portare a una sempre maggiore consapevolezza degli eventi per riuscire a pianificare la gestione sull’ottica della prevenzione ma anche della capacità di estinzione degli incendi.