Presentazione GdL. “Divulgazione”
Presentazione Gruppo di Lavoro: “Divulgazione scientifica e trasferimento delle conoscenze”
Negli ultimi anni sono avvenuti grandi cambiamenti nel settore forestale italiano ed europeo: mutate le esigenze sociali, sono mutate anche le funzioni che il bosco deve assolvere. La società deve risolvere nuovi problemi legati alla gestione degli ecosistemi forestali. Alcune risposte possono e devono essere fornite dalla ricerca. Perché questo indispensabile trasferimento delle conoscenze acquisite avvenga in modo proficuo occorre una efficace comunicazione fra ricerca e società. Per molti anni, nel passato, le scienze forestali hanno saputo parlare alla pratica. In Italia, l’interlocutore principale era il Corpo Forestale dello Stato, ed una proficua interazione ha arricchito per anni sia la ricerca che la società. Da qualche anno, i potenziali interlocutori della ricerca forestale sono aumentati. Un numero di persone sempre maggiore (e figure professionali tra le più varie) si interessano al bosco. In tutta Europa, la ricerca forestale, per la sua stessa sopravvivenza, deve aprirsi al pubblico, deve farsi conoscere, deve parlare a coloro che si interessano del bosco.
La ricerca forestale, per troppo tempo rimasta a guardare, ha molte cose da dire alla società per quanto concerne la gestione degli ecosistemi forestali. Ad esempio, il bosco italiano, nonostante le difficoltà dovute alla concorrenza straniera, continua a produrre legname. Malauguratamente, l’importanza della produzione di legname e della selvicoltura in Europa, non soltanto per l’occupazione professionale, ma anche per i risvolti che essa ha sulla protezione delle foreste tropicali, viene spesso sottovalutata dalla società. Il bosco italiano ed europeo deve produrre legname. Inoltre, una notevole e sempre maggiore importanza ha recentemente acquisito la funzione esplicata dal bosco nella mitigazione degli effetti causati dall’innalzamento delle concentrazioni di CO2 atmosferica. Una appropriata selvicoltura è necessaria per una corretta gestione degli ecosistemi forestali quali serbatoi di carbonio (funzione di grande rilievo, vedi protocollo di Kyoto).
In tempi recenti, la funzione di protezione idrogeologica ha assunto grande rilievo anche a livello dei principali mezzi di comunicazione di massa. ? chiaro a qualsiasi forestale quale importanza abbia il ruolo svolto dalla selvicoltura per la stabilità nel tempo dei boschi di protezione. In tempi di emergenza idrogeologica, in occasione delle puntuali catastrofi, la società riconosce il ruolo del bosco nella protezione dei versanti. Ciononostante, quando è passata la bufera, e si tratta di finanziare la ricerca in campo forestale, non pare che la società se ne ricordi, salvo poi richiedere al mondo della ricerca (troppo spesso soltanto occasionalmente) di fornire risposte concrete a coloro che prendono decisioni in materia di gestione del territorio.
Sempre più importante è diventata la funzione ricreativa esplicata dal bosco, ed anche la funzione del bosco quale strumento educativo per la conservazione ed il rispetto della natura. Il bosco spesso è, agli occhi del cittadino, la “Natura”. Il ruolo svolto dalle attività umane nella storia del bosco è spesso trascurato o ignorato. Ancora molta strada deve essere fatta affinché il cittadino sia consapevole dei grandi cambiamenti del paesaggio avvenuti nel passato, che hanno ne modellato la fisionomia. Occorre educare al bosco i bambini e gli adolescenti, cittadini di domani. Molte decisioni personali prese da milioni di organizzazioni e di cittadini del mondo hanno una ricaduta enorme sullo stato dei nostri ecosistemi, a livello globale. ? dunque proprio il dialogo fra ricerca e società a livello regionale che riveste una grande importanza per il nostro futuro.
Recentemente viene sempre più avvertita la necessità di un ponte che unisca scienza e società. Costruire questo ponte è difficile ma strettamente necessario. La società ha bisogno dell’apporto culturale e delle nozioni specifiche che la ricerca fornisce. La ricerca, dall’altra parte, ha bisogno della società per conoscere le esigenze della pratica ed i problemi che devono essere affrontati. Il finanziamento delle attività di ricerca è essenzialmente di natura pubblica e la società è il beneficiario ultimo di ogni attività di ricerca.
Uno degli scopi della S.I.S.E.F. è la promozione di una efficace comunicazione fra ricerca e società, ovvero la divulgazione presso il mondo della pratica dei risultati conseguiti dalla ricerca scientifica. La S.I.S.E.F. ha recentemente stabilito di individuare i modi e le forme per promuovere momenti di scambio ed approfondimento tra ricercatori e tecnici. Allo scopo si sta formando un apposito gruppo di lavoro che sta raccogliendo le prime indicazioni su quanto sarebbe utile fare per instaurare un proficuo rapporto di scambio e trasferimento delle conoscenze fra ricerca e società.
Il lavoro scientifico deve fornire risposte concrete a domande importanti per la società. Forma e contenuto delle evidenze scientifiche ottenute dalla ricerca devono consentirne l’uso da parte della società. Vi sono però spesso numerose difficoltà di comprensione fra entrambi i mondi, in parte dovute ad uno scarso interesse ad interagire (da entrambi i lati), in parte dovute, ad esempio, alla grande variabilità spazio-temporale delle domande che la pratica pone. La pratica deve risolvere problemi complessi, ma ha bisogno di soluzioni semplici. Gli operatori del settore e i tecnici che operano sul territorio dovrebbero avere la volontà di accettare suggerimenti dalla ricerca, e la capacità di mettere in atto le soluzioni proposte, adattandole alla realtà. La ricerca dovrebbe imparare a parlare chiaro e semplice, e divulgare efficacemente i suoi risultati, migliorando così le sue interazioni con la società.
Il ponte fra pratica e società va dunque costruito partendo da entrambe le sponde del fiume. Per vincere le incomprensioni occorre incontrarsi, coinvolgere la pratica nei progetti di ricerca ed i ricercatori nel mondo della pratica. Per prima cosa, occorre conoscere le esigenze della pratica, ovvero quali sono i bisogni ed i problemi.
Due domande esigono una risposta:
- Parlando di bosco, quali sono le domande della società alle quali la ricerca potrebbe portare un contributo?
- In quale forma andrebbero divulgate le conoscenze acquisite?
Al fine di discutere su questi temi, di formulare gli obiettivi del Gruppo di Lavoro e di individuare i metodi da adottare (questionari, inchieste, corsi per la pratica in istituti di ricerca, attività dei ricercatori nella pratica e nella società – ad esempio, nelle amministrazioni forestali o nella scuola -, etc.), vengono invitati alla tavola rotonda che si terrà in concomitanza con i lavori del III? Congresso della Società i rappresentanti della ricerca e di quei settori del pubblico interessati dai “prodotti” della ricerca forestale italiana, coloro cioè che usufruiscono delle funzioni che la foresta esplica (produzione, protezione e ricreazione, conservazione della biodiversità, educazione).
Sperando nella Vostra partecipazione ed in una vivace, proficua, discussione, Vi prego di non esitare a contattarmi per eventuali richieste di ulteriori informazioni.
Con un cordiale saluto,Paolo Cherubini
Paolo Cherubini
Sezione “Ecosistemi forestali e rischi ecologici”
Istituto Federale Svizzero di Ricerca WSL
CH-8903 Birmensdorf
Svizzera paolo.cherubini@wsl.ch