Che c’entra la Gioconda con la Tecnologia del Legno?
Una metodologia non-invasiva sviluppata da un gruppo di studio internazionale mette a disposizione dei musei nuove conoscenze e affidabili strumenti per supportare le scelte volte alla conservazione dei dipinti su tavola
Negli ultimi anni, un importante contributo della Tecnologia del Legno riguarda la conoscenza tecnica e la conservazione dei dipinti su tavola. È quello di cui ci occupiamo nell’ambito del gruppo di lavoro che nel tempo si è formato presso l’Università di Firenze, composto da colleghi con competenze molto specifiche in materia, che studiano in particolare i supporti lignei delle opere, cioè i “tavolati” sui quali gli Artisti hanno steso gli strati preparatori e dipinto i vari strati pittorici. Lavoriamo anche su opere di grandissimo pregio, autori del calibro di Giotto, Leonardo, Michelangelo, che hanno marcato la storia della pittura italiana ed europea tra il 13° e il 16° secolo.
Una cosa è certa. Le capacità degli artigiani di un tempo, così come dei restauratori di oggi, erano davvero straordinarie. Si tratta di approfondite conoscenze e sensibilità che attraverso i nostri studi abbiamo cercato di interpretare ed esprimere anche con lessico “tecnico-ingegneristico”1. Abbiamo applicato ai supporti lignei alcuni metodi e apparecchiature per la misurazione e il monitoraggio delle forze e delle variazioni climatiche agenti su di essi, e delle conseguenti variazioni dimensionali e tecniche; tali informazioni sono molto importanti ai fini della conservazione delle opere, perché legno e strati pittorici hanno proprietà e comportamenti diversi, che possono entrare in conflitto fra loro e portare a danneggiare le opere.
Nel 2004, ho avuto la fortuna di venire coinvolto dal Professor Joseph Gril (collega francese col quale da tempo collaboravo in vari progetti internazionali2, in un Gruppo di studio internazionale invitato dal Museo del Louvre a studiare il supporto ligneo della Gioconda (in inglese Mona Lisa), opera nota in tutto il mondo, dipinta da Leonardo da Vinci tra il 1503 e il 1514 su una “tavoletta” (794 ×534 ×13 mm3) ricavata da un unico pezzo di legno di Pioppo. In sintesi, dovevamo esaminare – in modo assolutamente non-invasivo, e senza disturbarne la godibilità da parte del pubblico – vari aspetti tecnici della vetrina (blindata e climatizzata, che viene aperta soltanto una volta l’anno), e del sistema di incorniciatura in cui viene mantenuta ed esposta l’Opera, al fine di assicurarne la miglior conservazione possibile.
Assieme a Joseph Gril, a Paolo Dionisi-Vici (già mio allievo, Dottore di Ricerca in Tecnologia del Legno), e ad altri colleghi francesi e italiani abbiamo ideato, progettato, realizzato e installato metodi e attrezzature per misurare manualmente e monitorare con continuità, anche durante la sua esposizione al pubblico, le principali risposte meccaniche (forze e deformazioni) della Gioconda alle piccole inevitabili variazioni climatiche all’interno della vetrina3.
Nel corso degli anni il nostro Gruppo internazionale, ampliato con colleghi aventi varie competenze, ha descritto e interpretato in modo approfondito la struttura fisica dell’Opera e il suo comportamento fisico-meccanico, migliorando metodi e apparecchiature, raccogliendo e analizzando dati, mettendo a punto modelli matematici computerizzati, via via più accurati e rappresentativi4. Negli ultimi anni, grazie al contributo di Lorenzo Riparbelli (anche lui Dottore di Ricerca), utilizzando Metodi a Elementi Finiti (FEM) abbiamo messo a punto per la Gioconda un Modello Digitale, particolarmente affidabile perché calibrato su dati reali, ricavati negli anni dalle misure e dal monitoraggio dello specifico oggetto che esso è chiamato a rappresentare5. Così, grazie all’integrazione di competenze fra Scienza del Legno, Meccanica dei solidi e Modellazione a Elementi Finiti, e alla collaborazione anche con altri specialisti, oltre che alla continua disponibilità e all’incoraggiamento da parte del Louvre, siamo ora in grado di simulare, senza minimamente mettere a rischio l’Opera originale, quale sarebbe il suo comportamento qualora venisse sottoposta a sollecitazioni meccaniche e/o variazioni climatiche anomale. Fermo restando che le condizioni di conservazione delle opere che custodisce sono di esclusiva responsabilità del Louvre, abbiamo così potuto – fra l’altro – formulare dei suggerimenti riguardanti l’incorniciatura dell’Opera, verificare l’adeguatezza del clima mantenuto nella vetrina, e mettere a punto un sistema automatico puramente meccanico che limita gli sforzi ai quali la Gioconda potrebbe risultare sottoposta in situazioni eccezionali.
Dopo aver letto questo sintetico resoconto, quando vi recherete al Louvre per ammirare la Gioconda, ma anche in tanti altri Musei nei quali vengono custoditi dipinti su tavola più o meno famosi, pensate anche a quanto studio e quanta operatività sono necessari per permetterne la conservazione attraverso i secoli.
1. Uzielli L., Fioravanti M., 2000 – Il comportamento fisico-meccanico del legno nei dipinti su tavola, in: M. Ciatti, C. Castelli e A. Santacesaria (a cura di) “Dipinti su tavola – La tecnica e la conservazione dei supporti” – Edifir, 37:58 (ISBN 88-7970-083-9). Nel 2006 edizione rivista, in lingua inglese (ISBN 88-7970-263-7)
2. Uzielli L., Gril J., Wood science and conservation: Activities and achievements of COST Action IE0601, Journal of Cultural Heritage, 13S (2012) S1–S4. https://doi.org/10.1016/j.culher.2012.06.001
3. Uzielli L., Dionisi Vici P., and Gril J., Physical and mechanical characterization of the support, in: “Mona Lisa, Inside the Painting”, J. P. Mohen, M. Menu, and B. Mottin, Eds. New York, 2006, pp. 48–49
4. Goli G., Dionisi-Vici P., Uzielli L., 2013, Locating contact areas and estimating contact forces between the Mona Lisa wooden panel and its frame, Journal of Cultural Heritage, vol. 15(4) (2013), 391-402. http://dx.doi.org/10.1016/j.culher.2013.08.003 & Uzielli L., Dionisi-Vici P., Mazzanti P., Riparbelli L., Goli G., Mandron P., Togni M., Gril J., A method to assess the hygro-mechanical behaviour of original panel paintings, through in situ non-invasive continuous monitoring, to improve their conservation: a long-term study on the Mona Lisa, J. Cult. Herit. 58 (2022) 146–155, https://doi.org/10.1016/j.culher.2022.10.002
5. Riparbelli L., Dionisi-Vici P., Mazzanti P., Brémand F., Dupré J.C., Fioravanti M., Goli G., Helfer T., Hesser F., Jullien D., Mandron P., Ravaud E., Togni M., Uzielli L., Badel E., Gril J., 2023, Coupling numerical and experimental methods to characterise the mechanical behaviour of the Mona Lisa: a method to enhance the conservation of panel paintings, Journal of Cultural Heritage 62 (2023) p. 376-386. https://doi.org/10.1016/j.culher.2023.06.013
Ulteriori riferimenti bibliografici
Ciatti M., Frosinini C. (Eds.), Structural Conservation of Panel Paintings at the Opificio Delle Pietre Dure in Florence: Method, Theory, and Practice, 2016, Florence, Edifir.
Uzielli L., Historical Overview of Panel-Making Techniques in Central Italy, in: Proceedings of the 1995 Symposium on “The structural conservation of panel paintings”, K. Dardes and A. Rothe Editors, The Getty Conservation Institute, Los Angeles, 1998, pp. 110–135 (ISBN 0-89236-384-3).