La figura del direttore del cantiere del fuoco prescritto
Dopo aver trattato la tecnica del fuoco prescritto nell’ultimo episodio di Focus Incendi con Davide Ascoli, ora vediamo le attività che svolge il direttore del cantiere che applica tale tecnica.
Il Direttore del Fuoco Prescritto (nel testo abbreviato in DirFP), noto nei Paesi di lingua anglosassone con l’appellativo di Burn Boss è una figura professionale introdotta in Italia in tempi relativamente recenti e in alcune regioni, ancora in via di definizione dal punto di vista normativo. Il DirFP ha funzioni di responsabilità, coordinamento e comando del cantiere.
L’organigramma del fuoco prescritto è stato definito da molte Regioni italiane ispirandosi all’ormai noto Incident Command System (ICS), sistema di derivazione americana per la gestione di incidenti complessi in cui si interfacciano una pluralità di soggetti. Tale sistema è concepito per essere adattabile a contesti ed eventi diversi in tipologia, estensione e livello di rischio, quindi utilizzabile sia in operazioni circoscritte sia in eventi o cantieri di dimensione considerevole, in cui potrebbe rendersi necessaria una suddivisione in settori.
Il Direttore di Cantiere occupa una posizione apicale all’interno dell’organigramma (vedi figura 1 con riportato un organigramma tipo), la cui struttura viene adattata a livello regionale. L’ente di provenienza del DirFP, ad esempio, può variare in funzione dei confini amministrativi e degli ambiti di gestione del territorio (ad esempio le aree protette Natura 2000), oppure in base alla struttura regionale del sistema di prevenzione e lotta agli incendi.
Partendo da nord, in Piemonte, dove il fuoco prescritto è in uso da tempo, il DirFP deve attualmente possedere la qualifica di Co.AIB (Coordinatore operativo dei Volontari del Corpo AIB Piemonte), mentre in Friuli Venezia Giulia, in una prima fase di applicazione, tale ruolo è stato rivestito sia dal Servizio gestione territorio montano, bonifica e irrigazione (in aree Natura 2000), sia da DOS del Corpo forestale regionale (il direttore delle operazioni di spegnimento di cui abbiamo parlato qui) , con il supporto di personale tecnico esterno. In Toscana, i DirFP sono DOS della Regione Toscana, formati nel 2015 (primo corso base direttori esecuzione cantiere) e nel 2017, e ricevono un aggiornamento annuale che prevede la partecipazione ad un numero minimo di cantieri per mantenere la padronanza della tecnica. In Sardegna la figura di DirFP viene rivestita da un ufficiale del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale col supporto operativo dei gruppi G.A.U.F. (Gruppo di Analisi ed uso del fuoco), quindi da personale formato all’uso del fuoco. Proseguendo a sud, sia in Campania che in Puglia, il fuoco prescritto è disciplinato da una legge regionale. In Campania, la LR n.20 del 2016 prevede che il responsabile dell’intervento possa essere un DOS o un professionista, per Albi di iscrizione selezionati, mentre in Puglia la legge regionale non fornisce indicazioni in merito. Infatti, le linee guida sull’applicazione del fuoco prescritto saranno pubblicate solo dopo l’approvazione del Piano AIB regionale, all’interno del quale sarà inserita la tecnica del fuoco prescritto.
Dopo questa overview geografica, andiamo ora a vedere le mansioni del Direttore del Fuoco Prescritto.
La sua check-list si presenta densa di compiti, azioni e decisioni. L’obiettivo dell’attuazione deve essere preciso e condiviso in modo chiaro con il personale operante nel cantiere. All’interno della catena di comando, le informazioni devono poter fluire nei due sensi senza intoppi, sia nella comunicazione delle decisioni e delle indicazioni operative, sia nel riportare l’andamento delle operazioni ed eventuali imprevisti e necessità. Il DirFP deve quindi aver maturato l’esperienza necessaria per prendere decisioni con tempismo e per comunicarle con chiarezza. Può avvalersi di figure di supporto per accompagnare eventuali osservatori e gestire le comunicazioni con i media.
Partendo dalla consultazione del progetto, il Direttore di cantiere segue una procedura quanto più possibile predeterminata, che consenta la conduzione del fuoco prescritto in sicurezza e secondo prescrizione. Attualmente, alcune Regioni stanno lavorando a protocolli operativi adattati alle proprie particolarità, mentre altre hanno già definito linee guida dettagliate, ispirandosi ad esperienze svolte in Paesi simili come ad esempio Spagna, Francia e Portogallo.
Nella fase precedente l’attuazione, il DirFP valuta la fattibilità e i rischi potenziali del cantiere con uno o più sopralluoghi. Decide quindi se convocare il personale, previa individuazione di condizioni meteorologiche e di umidità dei combustibili vegetali rientranti nella prescrizione di progetto. Il DirFP può anche decidere di annullare l’intervento se le condizioni sono diverse da quelle previste, anche in base all’accensione di test, oppure decidere di ridimensionare l’estensione del cantiere, posticipandone una parte, se le condizioni variano durante la giornata stessa.
È responsabilità del DirFP assicurarsi che tutto sia pronto per operare (logistica, adeguatezza delle linee di sicurezza e dei DPI del personale coinvolto), comunicare l’inizio e la fine delle operazioni, decidere per quanto tempo il cantiere debba essere monitorato per prevenire ripartenze dopo la conclusione delle operazioni.
Oltre ad essere il responsabile dell’attuazione e ad assumere il ruolo di comando, il DirFP deve possedere un’ottima capacità di coordinamento nel gestire le relazioni con il personale coinvolto e con gli uffici di competenza, anche in fase di definizione della data. Durante le operazioni, coordina il cantiere e funge da figura di riferimento. Mantiene il contatto radio con il responsabile della sicurezza, con il responsabile delle torce e con altre figure come la vedetta adibita al monitoraggio delle variabili meteo e del comportamento del fuoco. In questo modo raccoglie ed elabora le informazioni necessarie per la supervisione e decide quali trasmettere attraverso i referenti designati.
Si potrebbe dire che le funzioni e i compiti del Direttore di Cantiere presentano numerose analogie sia con figure appartenenti all’AIB (Incident Commander e DOS), sia con la comune figura del Capocantiere. Per contro, il DirFP opera in tempo di pace e secondo prescrizione, dal momento che il fuoco prescritto non è un’emergenza bensì un trattamento selvicolturale e in generale di manutenzione delle risorse agrosilvopastorali. Rispetto alla figura del Capocantiere, il DirFP possiede competenze più specifiche che riflettono le caratteristiche proprie di un cantiere di fuoco prescritto; deve quindi specializzarsi nella gestione del fuoco. Il Capocantiere opera generalmente in cantieri di minore complessità e su scale spaziali circoscritte, non necessariamente ricorrendo a comunicazioni via radio, ma piuttosto a comunicazioni verbali dirette.
La figura del DirFP, pertanto, non è necessariamente rivestita da chi si occupa di lotta attiva, ma richiede una formazione e un addestramento specifici all’uso del fuoco in campo. Come per un direttore di orchestra, grazie all’esperienza egli matura abilità e visione di insieme del cantiere e del personale coinvolto, garantendone la sicurezza. Un buon DirFP si muove in una rete di relazioni coordinandone i nodi, si assicura che le comunicazioni a tutti i livelli siano efficaci e promuove un clima di collaborazione e fiducia tra operatori spesso di diversa provenienza.