Investire in foreste e risorse naturali: esperienze e opportunità per l’Italia
Un evento organizzato da Etifor, in collaborazione con il Forum per la Finanza Sostenibile, ha fatto il punto su questa frontiera del business sostenibile
Gli investimenti forestali si stanno facendo largo nella finanza sostenibile, all’interno di strategie di Sustainable and Responsible Investment (Sri) e investimenti con impatti ambientali, sociali e di governance (Esg) positivi, in particolar modo legati alla tematica del cambiamento climatico. Foreste e risorse naturali, infatti, oggi non sono solo un settore d’investimento sostenibile, ma anche strategico. L’argomento è stato oggetto dell’evento “Investire in foreste e risorse naturali: esperienze e opportunità per l’Italia“, organizzato la scorsa settimana da Etifor in collaborazione con il Forum per la Finanza Sostenibile, nell’ambito della Settimana Sri.
Dal punto di vista finanziario, l’inclusione di investimenti forestali all’interno dei portafogli d’investimento offre diversi vantaggi: hanno bassi livelli di volatilità, alti livelli di rendimento rispetto al rischio dell’investimento e una bassa correlazione con altre asset class, consentendo di ridurre la componente di rischio all’interno del portfolio d’investimento. Inoltre, proteggono l’investitore dagli effetti dell’inflazione sul valore dell’investimento. Gli alberi, infatti, crescono indipendentemente da crisi economiche e dalle condizioni dei mercati finanziari.
Il settore forestale è dinamico, innovativo e importante anche a livello economico. Il mercato globale delle industrie forestali cresce del 2,3% all’anno: nel 2017 ammontava a 575 miliardi di euro e si stima che nel 2030 raggiungerà i 770 miliardi. Nello specifico 237 miliardi solo nel settore dei prodotti dal legno che secondo le stime aumenterà di 90 miliardi entro il 2030; 277 miliardi di carta e imballaggio (+55 miliardi nel 2030); 54 miliardi di igiene e tessili (+40 miliardi nel 2030); e 7 miliardi di prodotti chimici e biocombustibili (+10 miliardi nel 2030). Gli investimenti forestali, inoltre, sono in linea con i nuovi target fissati dall’Europa: un’economia climate-neutral entro il 2050 e con gli obiettivi sostenibili di sviluppo delle Nazioni Unite. Dei 17 goal, infatti, cinque possono essere parzialmente realizzati con le foreste: assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia, affidabili e sostenibili (7); infrastrutture resistenti, industrializzazione sostenibile e innovazione (9); garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo (12); promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere i cambiamenti climatici (13); proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ ecosistema terrestre (15).
I TIPI DI INVESTIMENTI PER LE FORESTE
Un investimento forestale è un’allocazione di capitale finanziario in un asset reale, che consiste nell’acquisizione e nella gestione attiva di una foresta con l’obiettivo di ottenere un ritorno finanziario. Il valore di un investimento forestale deriva da quattro componenti: la crescita biologica degli alberi che producono legname; l’aumento del valore dei terreni forestali o interessati da forestazione e gestione forestale responsabile; l’aumento nel medio-lungo periodo del prezzo del legname e dei prodotti derivati; e i cosiddetti High and Better Use (Hbu), la vendita di servizi e prodotti forestali innovativi, come il sequestro della CO2, i servizi ricreativi, la protezione della biodiversità, la conservazione del suolo e altri servizi ecosistemici. Ci sono diversi modi di finanziare le foreste: attraverso le sovvenzioni europee alla silvicoltura; i programmi europei per l’appoggio al capitale naturale e all’investimento forestale sostenibile; i programmi forestali nazionali e i programmi per il sostegno ai Pagamenti per i Servizi Ecosistemici (Pes); i finanziamenti multilaterali; i crediti di carbonio; i “Green Bonds”, gli Investimenti Responsabili a Impatto e gli Investimenti Esg; gli investimenti corporativi/privati e i Fondi d’Investimento Forestale Timberland Funds.
MISURARE GLI IMPATTI POSITIVI DELLE FORESTE
Le foreste non svolgono solo una fondamentale funzione di assorbimento di anidride carbonica (Co2), ma rappresentano anche l’habitat per la maggior parte della biodiversità terrestre, conservano le proprietà del suolo e del ciclo idro-geologico, forniscono occupazione, materie prime e cibo. In città, gli alberi assorbono pm10, rumore e calore, riducendo i consumi di aria condizionata e aumentando il valore degli immobili. Inoltre, negli ultimi anni è aumentata la domanda sociale di usi ricreativi delle foreste. Per incoraggiare gli investimenti forestali, quindi, diventa essenziale poter misurare e rendicontare gli impatti positivi della gestione forestale sostenibile e avere uno strumento che li garantisca. Oggi si contano più di 50 tra standard, protocolli di qualità e sistemi di rating applicabili agli investimenti forestali per garantirne la sostenibilità ambientale e ridurre i rischi di natura tecnologica, legale, reputazionale e sociale.
Etifor, uno spin-off dell’Università di Padova che offre servizi di consulenza a organizzazioni pubbliche e private per aiutarle a valorizzare i servizi e i prodotti della natura, ha analizzato 135 investimenti forestali per individuare il migliore standard in grado di misurare gli impatti positivi. Il podio è stato aggiudicato al Forest Stewardship Council (Fsc). Etifor ha quindi iniziato una collaborazione con la ong internazionale per dare vita a un sistema di certificazione forestale unico e riconosciuto a livello internazionale per misurare tutti gli impatti positivi già realizzati dagli investimenti forestali. Oggi il metodo “Theory of Change” è utilizzato in 180 Paesi. Lo standard verifica: gli ettari di terra degradata che è stata recuperata; il numero di specie native utilizzate; le tonnellate di suolo conservato; le tonnellate di Co2 conservate o aumentate, gli ettari di foreste naturali create/protette; il numero di posti di lavoro creati; la percentuale di area protetta sul totale della foresta; il numero di specie animali conservate; i metri cubi di acqua conservata/migliorata; e l’assenza di utilizzo di sostanze chimiche nocive.
Alessia Albertin
(Segnalato da: Davide Pettenella)